Se si trovasse l'intesa M5s-Lega, partirebbe l'iter per le modifiche. Se gli alleati giallo-verdi non troveranno un'intesa, la strada da seguire sarà il referendum. I tempi si allungherebbero perché non si possono fare referendum abrogativi su trattati internazionali
"Con riguardo alla Linea ad Alta Velocità Torino-Lione, ci impegniamo a ridiscuterne integralmente il progetto nell'applicazione dell'accordo tra Italia e Francia". Sono appena tre righe quelle del Contratto di governo, siglato da M5s e Lega, che riguardano la Tav. Tre righe che non dicono un netto No all'Alta velocità ma che garantiscono un impegno nel "ridiscutere" l'opera (LE TAPPE DI UNA VICENDA LUNGA 20 ANNI)
Più costi che benefici
L'analisi costi/benefici messa a punto dalla commissione guidata da Marco Ponti su incarico del ministro per le Infrastrutture e Trasporti, Danilo Toninelli, alla fine ha sostenuto che sarebbero più i costi dei benefici. A questo punto che cosa succede? Come detto più volte dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, la decisione finale spetterà al governo nella sua collegialità. Quindi, sarà necessario un vertice politico per decidere se interrompere o no i lavori della Tav. Ma le posizioni restano le stesse e quindi distanti: M5s e Luigi Di Maio in primis sono contrari, la Lega e Matteo Salvini sono per il Sì. Un vertice politico non è ancora stato fissato anche se domani alle 19 ci sarà un Consiglio dei ministri e in quell'occasione potrà esserci già un primo confronto vis à vis tra i due principali leader e le due forze politiche in gioco.
Scenari
Quali i possibili scenari a questo punto? Se si trovasse un'intesa tra M5s e Lega, ipotesi in realtà abbastanza lontana, partirebbe l'iter parlamentare per inserire le modifiche: si tratterebbe di modifiche normative che dovrebbero essere fatte in Parlamento alla Legge Obiettivo e al trattato con la Francia. Se invece, come ad oggi sembra più probabile, gli alleati giallo-verdi non troveranno un'intesa sulla relazione costi/benefici, la strada da seguire sarà quella del referendum come più volte ipotizzato dalla Lega. Ma i tempi, in questo caso, sarebbero molto lunghi perché, viene ricordato, non si possono fare referendum abrogativi su trattati internazionali e quindi servirebbe una legge di tipo costituzionale per la quale sono necessari 4 passaggi parlamentari.
Infine sembra, anche se nessuno lo conferma ufficialmente, che si potrebbe puntare ad un 'gentlemen agreement' per aspettare strategicamente il dopo Europee del 26 maggio, un modo per non inasprire ancora di più il clima nel governo.