E' in discussione nell'aula della Camera il testo sul cosiddetto referendum propositivo voluto dai 5 stelle. Fra le novità, la scomparsa del quorum partecipativo: il referendum sarebbe valido se i sì superassero il 25% degli aventi diritto al voto.
Il progetto di legge caro ai cinque stelle arriva in aula alla Camera. Superato lo scoglio del quorum, con l'intesa ''bipartisan'' al 25% ma il resto del testo non convince le opposizioni. M5s già esulta. È uno dei provvedimenti simbolo per il movimento cinque stelle, legato a quell'idea di democrazia partecipativa tanto cara al movimento. La riforma che introduce il referendum propositivo in Costituzione arriva in aula alla Camera. Per i grillini è già un successo, nonostante le modifiche al testo iniziale. (I TIPI DI REFERENDUM ATTUALMENTE ESISTENTI)
La riforma, cosa cambia
La riforma prevede che quando una proposta di legge di iniziativa popolare è presentata da almeno cinquecentomila elettori e le Camere non la approvano entro diciotto mesi dalla sua presentazione è indetto un referendum per deliberarne l'approvazione. La consultazione non è ammissibile se la proposta non rispetta principi e diritti garantiti dalla Costituzione, se riguarda leggi a maggioranza speciale come quelle di attuazione della Costituzione o se non prevede come far fronte a maggiori spese che con la sua approvazione verrebbero introdotte. Non è richiesto un quorum di partecipanti come finora accaduto per il referendum abrogativo. La consultazione è valida se i sì superano il 25% degli avanti diritto, cioè 12,5 milioni di cittadini. La stessa soglia viene adottata per il referendum abrogativo, in modo da uniformare i due istituti.
L'intesa nella maggioranza, addio al quorum zero
Le posizioni di partenza nella maggioranza fino a qualche settimana fa erano molto distanti: la Lega era per un quorum del 33%, i 5 Stelle per nessun quorum. La Lega ha puntato i piedi, alla fine l'accordo si è trovato sulla proposta di modifica del dem Stefano Ceccanti: che stabilisce che il referendum propositivo è valido se i sì superano i 12,5 milioni di voti. Per i cinque stelle è sufficiente per esultare: non si prevede alcun quorum strutturale, dice il ministro Riccardo Fraccaro, per salvaguardare il principio che a decidere è chi partecipa e non chi sta a casa. Per capire l'entusiasmo dei cinque stelle basta pensare che il referendum sulle trivelle con questo quorum sarebbe passato. Alla consultazione dell'aprile del 2016 votarono sì all'abrogazione delle norme oltre 13 milioni di elettori ma senza successo perché, appunto, la soglia non era stato raggiunto.
I dubbi di opposizione e costituzionalisti
L'intesa sul quorum, trovata su un emendamento del pd, non basta comunque alle opposizioni, preoccupate per diversi punti. Uno di questi riguarda i limiti alle materie sulle quali è ammesso il referendum propositivo. Vengono esclusi i diritti e i principi fondamentali della Costituzione, le leggi a maggioranza speciale come quelle costituzionali ma non i vincoli europei e internazionali. Questo significa che potrebbero essere sottoposte a referendum propositivo le direttive europee.
L'altro nodo riguarda il cosiddetto referendum "ballottaggio" tra il testo del Comitato promotore e quello della Camera, se questa ne approva uno difforme rispetto a quello di iniziativa popolare. Così com'è la riforma prevede che in tal caso si vada a referendum per scegliere quale dei due testi adottare.