"Comandano i terroni", titola "Libero". È polemica, M5S: "Tra 3 anni stop fondi pubblici"

Politica
Polemica tra il Movimento Cinque Stelle e Libero per il titolo "Comandano i terroni"

Fa discutere il titolo di apertura del giornale di Feltri, che si difende: termine scherzoso. Cinque Stelle all'attacco sul finanziamento pubblico alle testate giornalistiche: sdegno da parte di opposizione, Odg e Fnsi

Sta scatenando forti polemiche e una escalation di reazioni, nel mondo della politica e del giornalismo, il titolo di apertura del quotidiano "Libero" di oggi, "Comandano i terroni". Nell'articolo - in cui si legge che vanno "ai meridionali tre cariche istituzionali su quattro" - vengono citati Mattarella, Conte, Fico "e una miriade di ministri e di altissimi funzionari pubblici".

La reazione di Di Maio e l'attacco di Crimi

Tra le prime reazioni c'è quella del vicepremier Luigi Di Maio, che su Twitter parla di un giornale "finanziato con soldi pubblici, anche quelli dei terroni. Ecco - scrive - la preziosa informazione da tutelare con i vostri soldi! Tranquilli, abbiamo già iniziato a toglierne da quest'anno e nel giro di tre anni arriveranno a zero". L'attacco si riferisce a uno dei cavalli di battaglia del Movimento, l'abolizione del finanziamento pubblico all'editoria.

"Non è informazione, è razzismo finanziato con soldi pubblici, ma fra tre anni finiranno anche per Libero", gli fa eco il sottosegretario con delega all'Editoria Vito Crimi, seguito sui social network da tanti post di esponenti M5S e supporter, accompagnati dall'hashtag #siamoitaliani.

La reazione dell'Ordine dei Giornalisti e della Federazione della Stampa

Dura la reazione alle parole di Di Maio e Crimi. Di due "modi diversi di voler male al giornalismo" parla l'Ordine dei Giornalisti, che definisce "inaccettabile" il post di Luigi Di Maio che - si legge in un comunicato - "strumentalizzando la vicenda torna a compiacersi per i tagli al sostegno dell'editoria". Dello stesso avviso la Federazione nazionale della Stampa, che attacca il titolo odierno ma allo stesso tempo parla di "inaccettabile esultanza del vicepremier Di Maio per il taglio del fondo per l'editoria, che non colpirà soltanto 'Libero', ma anche tante altre testate, assestando un colpo mortale al pluralismo dell'informazione e al mercato del lavoro".

Lo sdegno del mondo politico

Tante reazioni anche nel mondo politico. "Che Di Maio utilizzi il titolo per giustificare genericamente il taglio dei finanziamenti all'editoria e nello specifico invocando la fine per quelli di 'Libero' è un'operazione di basso profilo, che mostra la debolezza strutturale dei Cinque Stelle e l'incapacità di controbattere verso un giornale che spesso ha messo il dito nella piaga rispetto ai finanziamenti a fondo perduto dati al Sud", commenta Elisabetta Gardini di Forza Italia. Dello stesso avviso Lucia Rotta del Pd: "Il titolo è vergognoso e spesso ci siamo trovati in tale disaccordo come in questo caso - attacca - ma mai abbiamo pensato di minacciare". All'attacco del titolo di "Libero" anche il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, che parla di titolo "vergognoso" e afferma che "si preparano già a scaricare sul Meridione le colpe dei fallimenti del Governo giallo-verde".

La difesa di Feltri

In un'intervista all'AdnKronos il direttore editoriale di "Libero" Vittorio Feltri difende il titolo "Comandano i terroni". "Non mi sorprende Di Maio, che sicuramente non è analfabeta, ma illetterato - spiega - altrimenti saprebbe che 'terrone' è termine colloquiale, scherzoso, senza valenze negative, come polentone". "Nel nostro articolo - prosegue - non c'è alcuna connotazione negativa, visto che diciamo come dal sud hanno preso tante cariche, pur non contando un c... economicamente". 

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