Esponenti dem hanno chiesto chiarimenti: il presidente del Consiglio da avvocato è stato socio di Guido Alpa, a lungo consigliere dell’istituto, e consulente di un socio della banca. Palazzo Chigi: "Nessun conflitto di interesse". Negati i rapporti con i due
Non si placano le polemiche per il salvataggio della banca Carige da parte del governo. Dopo gli attacchi dell’ex premier Renzi e dell’ex ministra Boschi, il Pd resta sulle barricate e annuncia un’interrogazione parlamentare per chiedere chiarimenti su un possibile conflitto di interessi del premier Giuseppe Conte: in passato è stato socio di Guido Alpa, a lungo consigliere di Carige e della sua Fondazione, e sarebbe stato inoltre consulente di Raffaele Mincione, banchiere socio di Carige. Ma fonti di governo smentiscono: nessun conflitto di interessi, diretto o indiretto con le decisioni che il premier Conte ha assunto e che è chiamato ad assumere. E negano che il premier sia stato consulente di Mincione: "Non lo ha mai incontrato o conosciuto, neppure per interposta persona", sottolineando inoltre che con il professor Alpa "non ha mai avuto con lui uno studio professionale associato". Per questi motivi, si precisa, il premier ha votato in cdm.
Marattin: "Perchè non è uscito dalla sala?"
“Una domanda semplice – scrive su Twitter il capogruppo dem in commissione Bilancio alla Camera Luigi Marattin, che ha confermato l'interrogazione alla Camera - Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, è stato socio di Guido Alpa, a lungo consigliere di Carige e della sua Fondazione. Conte stesso è stato consulente di Raffaele Mincione, banchiere socio Carige. La domanda è molto semplice: quando il Consiglio dei ministri ieri sera ha votato il Salva Carige, il presidente Conte è uscito dalla sala, come si dovrebbe fare quando vi è fondato sospetto di possibile conflitto di interesse? Gradita risposta", attacca Marattin.
Malpezzi: "Strane coincidenze"
A quanto si apprende, anche il gruppo Pd al Senato, come quello della Camera, sta preparando un'interrogazione. Il testo a prima firma Parrini-Malpezzi sta per essere depositato. "Strane coincidenze. Guido Alpa, maestro professionale di Conte, è stato consigliere Carige. Conte è stato poi consulente di Mincione, socio della Carige. In consiglio dei ministri ieri sera Conte ha partecipato al voto? È in corso un conflitto di interesse?", scrive su Twitter la senatrice Pd Simona Malpezzi, vicepresidente del gruppo dem a Palazzo Madama.
Anzaldi: "Intervenga Cantone"
Rincara la dose il deputato Pd Michele Anzaldi: "Considerato quanto sta emergendo a mezzo stampa circa i rapporti tra il Presidente del Consiglio e alcuni soggetti legati all'istituto di credito oggetto del provvedimento, si può ipotizzare per il Capo del Governo italiano un conflitto di interessi nell'esercizio della sua delicata funzione? Per ovvie ragioni di trasparenza del processo legislativo è un quesito di grande rilevanza anche per l'opinione pubblica", scrive in una lettera inviata al presidente dell'Autorità nazionale anticorruzione (Anac) Raffaele Cantone, pubblicata sulla pagina Fb del parlamentare.
Il decreto e le polemiche
Intanto oggi i tre commissari della banca genovese hanno incontrato i sindacati per discutere delle prospettive sul futuro dei 4.200 dipendenti. Anche l'Unione europea è vigile sulla vicenda. Il decreto del governo, che prevede la garanzia dello Stato sulle future emissioni obbligazionarie e sui finanziamenti che Bankitalia potrebbe erogare all'istituto e un'eventuale ricapitalizzazione pubblica come ipotesi precauzionale, viene difeso dai due vicepremier. "Tutelati i risparmiatori", sostiene Matteo Salvini, mentre Luigi Di Maio dichiara: "Non abbiamo dato un euro alle banche". Le parole dei due seguono l’attacco di Matteo Renzi ("Si vergognino") e di Maria Elena Boschi: "Giusto il decreto, ma riconoscano che hanno fatto la stessa cosa che abbiamo fatto noi". "Bene che il Governo si interessi di Carige, male che lo faccia di notte", l'affondo del governatore della Liguria Giovanni Toti.