Continua l’esame delle commissioni Affari costituzionali e Giustizia della Camera. Passa, nella formulazione voluta dal M5S, la misura che introduce la sospensione della prescrizione dopo la sentenza di primo grado. Dopo le accuse del Pd, Lega ritira norma sul peculato
Passano gli emendamenti che introducono la sospensione della prescrizione dopo la sentenza di primo grado e l'arresto in flagranza per i corrotti, mentre viene ritirato l'emendamento sul peculato. Continua, non senza tensioni, l’esame del ddl anticorruzione da parte delle commissioni Affari costituzionali e Giustizia della Camera. Grazie al voto della Lega, la norma che introduce la sospensione della prescrizione dopo la sentenza di primo grado è passata nella formulazione voluta dal M5S. Tra i due partiti della maggioranza ci sono state scintille su un emendamento del Carroccio che riguardava il peculato e che, secondo le accuse del Pd, avrebbe avuto effetti benefici sui processi di alcuni dirigenti della stessa Lega. Solo dopo il partito di Matteo Salvini ha ritirato l’emendamento sul peculato, su cui il M5S non era d’accordo.
Nuove norme sulla prescrizione: sospensione dopo primo grado
La seduta per esaminare il ddl è iniziata subito tra le polemiche. La tensione è scoppiata presto, con Forza Italia che ha abbandonato i lavori in polemica con i presidenti delle commissioni, Giuseppe Brescia e Giulia Sarti, entrambi M5S, che hanno dichiarato inammissibili i loro emendamenti sulla prescrizione. Una decisione politica, ha accusato FI. Una decisione giuridica, hanno replicato i due presidenti. Dopo un accantonamento della norma e il voto su una serie di altri emendamenti, le commissioni sono tornate al nodo prescrizione. Qui la maggioranza ha retto e ha approvato due proposte di modifica che hanno introdotto le nuove norme sulla prescrizione nei termini voluti dai pentastellati: dopo la sentenza di primo grado scatta la sospensione della prescrizione e questo nuovo sistema entra in vigore dal 1 gennaio 2020, senza che ciò sia subordinato all'approvazione della riforma del processo penale annunciata dal ministro Bonafede.
La Lega ritira l’emendamento sul peculato
Si è passati, poi, all'emendamento della Lega sul peculato. I due relatori, Francesca Businarolo e Francesco Forciniti del M5S, hanno espresso parere negativo. Il leghista Roberto Turri ha chiesto di sospendere i lavori e di accantonare la proposta. La misura prevedeva che non scatti il reato di peculato se la distrazione di denaro "si verifica nell'ambito di procedimento normato da legge o regolamento". È il caso della distrazione di fondi dei gruppi consiliari che sono regolati da regolamento interno. Il Pd ha subito attaccato, sostenendo che si trattava di una norma per salvare alcuni dirigenti leghisti come Roberto Cota, Edoardo Rixi o Riccardo Molinari, implicati in processi per peculato. La seduta è stata sospesa a lungo e ci sono stati contatti telefonici tra il gruppo del M5S e il ministero della Giustizia, oltre a riunioni dei deputati della Lega. Alla fine, il Carroccio ha deciso di ritirare l’emendamento. Ma altri emendamenti della Lega che non piacciono ai pentastellati sono attesi venerdì, quando verranno votati gli articoli sui bilanci dei partiti e dei movimenti.
Arresto in flagranza per i corrotti
Intanto, le commissioni hanno approvato un emendamento del M5S che prevede l'arresto in flagranza per i corrotti. L'emendamento inserisce nell'elenco dei reati per cui è previsto l'arresto in flagranza anche i reati di corruzione, peculato, concussione, traffico illecito di influenze. È passato anche l'emendamento che prevede l'introduzione della figura dell'agente sotto copertura nella P.A.