Confermato lo stop dopo la sentenza di condanna in primo grado. La norma sarà inserita nel ddl Anticorruzione, ma entrerà in vigore solo con una legge delega per il riassetto della giustizia penale. Insorgono le opposizioni, bagarre in Commissione. Penalisti in sciopero
Accordo sulla riforma della prescrizione nel vertice dei leader della maggioranza con Conte e Bonafede a Palazzo Chigi. Resta nel ddl anticorruzione, ma entrerà in vigore a gennaio del 2020, quando sarà approvata la riforma del processo penale. Nella riforma viene inoltre confermato il blocco della prescrizione dopo la sentenza di condanna in primo grado, per tutti i reati. "Parallelamente e contestualmente", hanno spiegato sia Bongiorno che Bonafede, si lavorerà a una "legge delega per la riforma del processo penale" che, stando a quanto anticipato da Salvini, "sarà all'esame del Senato la prossima settimana". Avanti spediti per l'attuazione del contratto di governo", scrive su Twitter il premier Conte. Di diverso avviso i penslisti che dichiarano uno sciopero dal 20 al 23 novembre contro le "sciagurate iniziative" del governo sulla giustizia penale.
In vigore da gennaio 2020
"La norma, entrando dentro il ddl anticorruzione mette un punto chiaro e netto per tutti gli addetti ai lavori e non sul fatto che la prescrizione si interromperà dopo la sentenza di primo grado. E questa è una rivoluzione", ha rivendicato, dal canto suo il ministro Bonafede. "La riforma della prescrizione scatterà, comunque, il 1 gennaio 2020. Anche se dovesse cadere il governo", ha poi garantito il ministro pentastellato Riccardo Fraccaro. Soddisfatta anche Bongiorno: nei giorni scorsi "ho parlato di bomba atomica perché, in un sistema malato, fare entrare la riforma della prescrizione immediatamente in vigore avrebbe avuto delle conseguenze particolarmente rilavanti" (L'INTERVISTA A SKYTG24). "E' chiaro che non c'è alcun tipo di bomba atomica se noi riduciamo prima i tempi dei processi e poi facciamo entrare in vigore la riforma della prescrizione: questa e' una soluzione ragionevole", ha sostenuto. "In pochi minuti è stata trovata la sintesi".
Caos in Commissione: rissa sfiorata
Protestano vigorosamente però le opposizioni contrarie all'inserimento della prescrizione all'interno del ddl sicurezza che stanno esaminando. Al momento del via libera all'ampliamento della materia del ddl si è infatti sfiorata la rissa in commissioni Affari costituzionali e Giustizia della Camera, evitata solo grazie all'intervento di alcuni commessi. La protesta, poi, si è spostata direttamente in Aula, con Forza Italia che ha occupato i banchi del governo. Le opposizioni unite hanno quindi chiesto una immediata riunione della conferenza dei capigruppo. "Quello che è accaduto oggi in commissione non è accettabile", spiega la dem Alessia Rotta, "non siamo neanche certi del numero legale, chiediamo che il voto venga ripetuto".
Di Maio: "Forza Italia se ne faccia una ragione"
Immediato l'intervento del vicepremier Luigi Di Maio, che replica a Forza Italia: "Occupa i banchi del Governo alla Camera perché abbiamo detto basta al fenomeno della prescrizione che salva i furbetti: ma se ne facciano una ragione". Poi, rivendica: "Questo blocco della prescrizione era un nostro obiettivo, stamattina abbiamo trovato l'accordo, diventa legge a gennaio 2019 e inizia a funzionare dal 1 gennaio 2020, nel frattempo facciamo una riforma del processo penale per non correre il rischio di condizionare la giustizia", ha aggiunto Di Maio a Skuola.net
Anm: "Percorso da noi sostenuto, valuteremo riforme"
Chi plaude invece alle scelte del governo è l'Associazione nazionale magistrati. "Lo abbiamo sempre detto che la modifica della prescrizione si deve fare insieme a una riforma più ampia e complessiva del processo penale e lo abbiamo ribadito più volte in questi giorni. Ora il Governo appare orientato ad operare nel percorso da noi sempre sostenuto, quello di non lasciare isolata la modifica della prescrizione che, di per sé, non sarebbe affatto utile. A questo punto, però, attendiamo di vedere quali saranno i progetti di riforma". Così il presidente dell'Anm Francesco Minisci. "Siamo pronti, come sempre, a fornire il nostro contributo tecnico di proposte per snellire le procedure e accelerare i processi per rendere davvero più efficiente il sistema", assicura Minisci.