L’ex segretario dem interviene alla kermesse fiorentina dopo tre giorni di conferenze e dibattiti: “Contro di noi campagna d'odio, i giacobini finiranno al patibolo come sempre”. Il ministro dell'Interno: "Buona opposizione per i prossimi 20 anni"
Si chiude oggi la nona edizione della Leopolda, la convention di tre giorni voluta da Matteo Renzi nel 2010. L’ultimo intervento della kermesse fiorentina è proprio quello dell’ex segretario Pd, che dal palco sottolinea: "Alla Leopolda siamo il doppio dell'anno scorso, quando eravamo al governo. L'opposizione fa bene alla Leopolda, ma male al Paese purtroppo". "La campagna di odio ricevuta in questi mesi è senza precedenti”, aggiunge l’ex premier. “L'odio fa male, ma non si risponde con l'odio, che si ritorcerà su di loro: i giacobini finiranno sul patibolo come sempre. Alla mistificazione costante contro di noi rispondiamo con i numeri, con la realtà". E sulla manovra attacca i vicepremier Matteo Salvini e Luigi Di Maio, che definisce "cialtroni": "Fermatevi finché siete in tempo, ritirate la manovra, state sfasciando i conti e non mantenendo le promesse elettorali". Non si è fatta attendere la risposta del ministro dell'Interno, che su Twitter replica: “Ma il Renzi che mi insulta e mi dà del cialtrone è lo stesso che ha governato per anni, ha massacrato gli italiani ed è stato licenziato dagli elettori? Buona Leopolda di opposizione, ne farà altre per i prossimi vent'anni".
Renzi: “Abbiamo detto no a M5S perché la politica non sono le poltrone”
L’attacco dell’ex sindaco di Firenze continua con le ragioni del no del Pd a un’alleanza con i grillini: “Abbiamo detto di no non per i popcorn, ma perché pensiamo che la politica sia passione, idealità, valori, non poltrone". E punta il dito contro “pezzi importanti dell’establishment” che “avevano già detto no al referendum” e a “personaggi di grande rilevanza” che volevano trasformare il Pd in “una sorta di piccoli alleati saggi del M5S”. Renzi lancia poi un messaggio sulla manovra ai due vicepremier: “Seguite i consigli della contromanovra che abbiamo fatto con Padoan”, lanciata durante il primo giorno di Leopolda.
Le parole su Foa e i fatti di Macerata
Altre critiche dirette al governo e alle sue scelte riguardano il presidente Rai Marcello Foa, che in un’intervista a un giornale israeliano avrebbe sostenuto che l’intero gruppo degli eurodeputati Pd è finanziato dal'imprenditore George Soros. “Foa è una fake news che cammina, è un bugiardo”, dice Renzi, invitando il gruppo a denunciarlo per calunnia e diffamazione. Altro attacco al ministro dell’Interno è sulla mancata condanna nei confronti di Luca Traini, l’autore della sparatoria di Macerata contro i migranti.
Le critiche ai “compagni di strada”
Ma non mancano anche gli attacchi interni al partito e a quei "compagni di strada che non hanno avuto niente da dire sul mio carattere fintanto che grazie a quel carattere stavano a fare i ministri: quando è finito tutto, si sono accorti del problema del mio carattere". Secondo l’ex presidente del Consiglio, l’ondata populista che travolge il Paese non sarebbe nata dal suo carattere, “ma da un fenomeno culturale che va affrontato, o non vinceremo mai più". La personalizzazione della leadership, dice Renzi, ha fatto sia vincere che perdere il partito, “ma - sottolinea - con la personalizzazione abbiamo sempre preso il 40%, con la spersonalizzazione il 18%".
L’appuntamento per il prossimo anno
Dal palco Renzi annuncia poi la prossima edizione della kermesse, prevista per venerdì 25 ottobre 2019, "esattamente a dieci anni da quando abbiamo fatto la cosa più difficile della nostra vita, pedonalizzare piazza del Duomo" a Firenze "quando nessuno credeva che ci saremo riusciti", ha detto l’ex segretario dem.
Gli altri interventi
Alla Leopolda, intitolata quest’anno “Ritorno al futuro”, non si è parlato di congresso e candidature, né di quella già annunciata di Nicola Zingaretti, né di quella attesa dell’ex ministro Marco Minniti. Dal palco della kermesse, si sono invece lanciati i comitati civici anti-governo gialloverde, sparsi per tutto il territorio italiano e composti da militati e non che, sottolinea Renzi “non sono una corrente del Pd, sono la serietà contro la cialtronaggine di questo governo, non si fanno per le elezioni, si fanno per coinvolgere le persone”. Dopo gli interventi di ieri di Maria Elena Boschi e dell'immunologo e virologo Roberto Burioni e dopo il siparietto a sorpresa tra Paolo Bonolis e Matteo Renzi, oggi sul palco hanno sfilato i manager pubblici nominati dal governo dell'ex premier e usciti di scena con l'attuale esecutivo. Con loro anche, tra gli altri, don Andrea Bonsignori, direttore del Cottolengo di Torino e Andrea Brunori, delegato Fim-Cisl nella fabbrica di Figline Valdarno. Tra il pubblico si sono visti Matteo Richetti, candidato alla segreteria, Giuliano Poletti, senatore ed ex ministro del Lavoro, e Simona Bonafè, eurodeputata dem.