Ufficializzata a Roma nel fine settimana, alla presenza dei big del partito, compreso l'ex premier Paolo Gentiloni, che ha detto: ''Va bene intraprendere una strada nuova ma non rispetto ai precedenti governi dem "
Cambiare strada, fermare le liti interne, riempire la politica della vita delle persone, guardare agli elettori delusi che hanno votato il Movimento Cinque Stelle e persino la Lega. Con queste parole d'ordine Nicola Zingaretti, governatore del Lazio, traccia la linea per la sua candidatura alla segreteria del Pd. Ufficializzata a Roma nel fine settimana appena trascorso, alla presenza dei big del partito, compreso l'ex premier Paolo Gentiloni.
Le parole di Gentiloni
Un sostegno con alcuni confini, chiariti dallo stesso Gentiloni: ''Va bene intraprendere una strada nuova ma non rispetto ai precedenti governi Pd ", ha spiegato l'ex presidente del Consiglio che dal palco ha criticato con forza l'attuale governo. Per sottolineare ancora una volta la sua contrarietà ad un dialogo con il movimento cinque stelle.
Temi sui quali Zingaretti è tornato nel discorso conclusivo della due giorni di Roma. Spiegando di non aver mai puntato ad un'intesa con i grillini ma di aver cercato di disinnescare il rischio dell'alleanza tra questi ultimi e la Lega. Zingaretti invita a puntare su un'economia della giustizia fatta di crescita e ossessione per diminuire le diseguaglianze. Senza abiure però, assicura rispondendo a Gentiloni - di quanto fatto dagli ultimi governi guidati dal Pd.
Le alleanze
C'è poi la questione delle alleanze. Il governatore del Lazio spiega che ''bisogna guardare in faccia il mostro, ovvero il fatto che molti elettori di centrosinistra hanno votato per il M5s e anche per la Lega, nonostante le parole eversive di Salvini''. ''Questo vuole dire che bisogna trovare una strada nuova, dice Zingaretti, da percorrere insieme ad altri soggetti fuori dal Pd''. Chiara la chiusura definitiva per la stagione renziana: ''non è la sfida di un uomo solo ma di un intero popolo ''. E conclude con l'invito ai tanti amministratori locali presenti: "Scriviamo noi che siamo per le strade la grande riforma per cambiare l'Italia''. Toni apprezzati dagli altri candidati alla segreteria Pd.
Tra loro non figura ancora l'ex ministro dell'Interno Marco Minniti che dovrebbe però sciogliere a breve la sua riserva. E poi c'è l'incognita di Matteo Renzi e di quella parte del partito che fa capo a lui. "Il Pd è importante, ma non basta" - dice l'ex segretario - "c'è tanta gente che chiede di lavorare contro questo governo ma non vuole la tessera di un partito". Per questo alla sua convention alla Leopolda di Firenze il prossimo fine settimana lancerà dei comitati civici.