Repubblica diffonde un audio del portavoce del premier: “Mega vendetta se non dovessero uscire i soldi per il reddito di cittadinanza”. Lui replica: "Nessun proposito concreto". Conte: "Piena fiducia". Tria: "Apprezzamento per lavoro di dirigenti e tecnici del Mef"
"La pubblicazione viola il principio costituzionale di tutela della riservatezza delle comunicazioni". E ancora: "Non c'era nessun proposito da perseguire in concreto". Così Rocco Casalino si è difeso e ha commentato la vicenda dell'audio pubblicato da diverse testate giornalistiche in cui minaccia ritorsioni contro il Mef se non dovessero essere trovati i soldi per il reddito di cittadinanza nella prossima manovra. "Ci sarà veramente una corsa ai coltelli", dice il portavoce del premier nella conversazione. Ma Conte lo difende e ribadisce la sua "piena fiducia" in Casalino. Il M5s, secondo cui "nei ministeri c'è chi rema contro", in un post del blog accusa due giornalisti dell'Huffington Post di aver diffuso l'audio, ma gli interessati smentiscono. Intanto dal ministero arriva il messaggio del ministro Giovanni Tria, che esprime "piena fiducia ai dirigenti e alle strutture tecniche del Mef e apprezzamento per il lavoro che stanno svolgendo a sostegno dell'attuazione del programma di governo". Dalle opposizioni arrivano forti critiche e richieste di dimissioni, mentre il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti ha commentato dicendo: “Non credo che il portavoce del premier abbia il potere di cacciare qualcuno".
Casalino: violate le più elementari regole deontologiche
"Sta circolando un messaggio-audio che riproduce la mia voce. Una mia conversazione assolutamente privata avuta con due giornalisti”, ha detto Casalino. “La pubblicazione viola il principio costituzionale di tutela della riservatezza delle comunicazioni e, se fosse accertato che sia stata volontariamente diffusa a opera dei destinatari del messaggio - prosegue -, viola le più elementari regole deontologiche che impongono riserbo in questa tipologia di scambi di opinioni". E sulle minacce di cacciare i dipendenti del Mef ha aggiunto: "I contenuti della conversazione sono da considerare alla stregua di una libera esternazione espressa in termini certamente coloriti, ma che pure si spiegano in ragione della natura riservata della conversazione".
Il contenuto dell’audio
La registrazione pubblicata sembrerebbe una conversazione tra Casalino e un interlocutore che non parla, che poi si scopriranno essere due giornalisti. Si discute dello scontro sulla manovra e delle tensioni con il ministro Tria. “Nessuno mette in dubbio che il ministro Tria sia serio”, dice Casalino. “Domani se vuoi uscire con una cosa simpatica, lo metti come fonte parlamentare, che nel M5s è pronta una mega vendetta: se non dovessero uscire fuori i soldi per il reddito di cittadinanza, tutto il 2019 sarà dedicato a far fuori una marea di gente del Mef”. L’audio di due minuti circa, prosegue così: “Non ce ne fregherà veramente niente, ci sarà veramente una corsa ai coltelli. Tria c’entra relativamente. Al ministero ci sono persone da decenni che hanno in mano tutto il meccanismo. Non è accettabile che non si trovano 10 miliardi del c…o. Se dovesse venire fuori che all’ultimo dicono ‘i soldi non li abbiamo trovati’ ci concentreremo a far fuori tutti questi pezzi di m…a”.
Conte: gravissima violazione della corrispondenza
Conte, dopo aver ribadito la totale fiducia nel suo portavoce, come lui ribadisce che "a monte di questa vicenda c'è una spiacevole e gravissima violazione della corrispondenza" e si rifiuta di commentare "una dichiarazione carpita in questi termini". E a chi gli fa notare come stia parlando "da avvocato" il premier replica: "Io sono un avvocato del popolo, figuratevi se dismetto questi panni in questo caso".
M5s difende Casalino: nei ministeri c'è chi rema contro
Sul blog del M5s è apparso poco dopo un post che conferma il contenuto dell'audio e difende Casalino: "Quello che è stato ripetuto per l'ennesima volta ai giornalisti De Angelis e Salvatori da Rocco Casalino, era la linea del MoVimento 5 Stelle detta e ridetta in tutte le salse. Siamo assolutamente convinti (ed è sotto gli occhi di tutti) che nei ministeri c’è chi ci rema pesantemente contro: uomini del Pd e di Berlusconi messi nei vari ingranaggi per contrastare il cambiamento, in particolare il reddito di cittadinanza che disintegrerà una volta per tutte il voto di scambio". Anche il vicepremier Di Maio ha difeso Casalino e ha parlato di "attacchi delle lobby" verso i 5 Stelle.
L'Huffington Post smentisce e parla di fake news
I due giornalisti indicati nel post, però, parlano di fake news e smentiscono di essere i responsabili della diffusione. "Di fronte alla pubblicazione dell'audio, il Blog delle stelle, nostro affezionato lettore e polemista, prova a tirarci dentro come se fossimo noi ad aver diffuso l'audio - si legge in un articolo dell'Huffington Post - Capiamo lo sforzo da parte del blog di difendere Casalino. Ma noi non lo abbiamo diffuso".
Di Battista: Casalino ha sbagliato ma tecnici che ci ostacolano vanno cacciati
Una parziale difesa arriva invece da Alessandro Di Battista, che su Facebook ha detto che "Casalino ha sbagliato" perché "non si mandano audio del genere in privato ai giornalisti. Certe cose vanno dette pubblicamente e con orgoglio!". Ma poi ha precisato: "Se i tecnici nei Ministeri ci mettono i bastoni tra le ruote prendendosi poteri che non gli competono vanno cacciati all'istante. Semplice. O trovano i soldi per il reddito di cittadinanza (come li hanno trovati per le banche) o si trovano un altro lavoro."
Le reazioni delle opposizioni
Numerose le reazioni indignate dell’opposizione, in particolare del Pd. L'ex premier Paolo Gentilloni ha osservato su Twitter che "chi lavora nelle istituzioni ha l'obbligo di servirle con disciplina e onore. Il signor Casalino non è più compatibile con la sua funzione". Il segretario Maurizio Martina ha parlato di "parole inaudite. Se Conte ha un minimo di senso delle istituzioni, lo allontani immediatamente”. Anche Matteo Orfini, presidente dem ha chiesto a Conte di “avere un briciolo di autonomia per allontanare questa gente indegna”. Dura anche la reazione del presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani: "I Cinque Stelle stanno facendo di tutto per avere il reddito di cittadinanza. Avete sentito cosa sono disposti a fare... avete sentito il portavoce del governo? Purghe per tutti i funzionari che osassero non trovare i dieci miliardi voluti da Di Maio. Le purghe mi fanno pensare a Stalin, mi ricordano il comunismo".