Le ferie d'agosto del Parlamento dopo il letargo di primavera

Politica

Massimo Leoni

Le vacanze lunghe, l'attività legislativa limitata ai provvedimenti del governo, le assenze clamorose. Alla Camera e al Senato il cambiamento, per ora, si vede poco

Non è che questo Parlamento, dominato ormai da chi aspirava ad aprirlo come una scatoletta di tonno, brilli per originalità di comportamento rispetto alle legislature precedenti. La scatola sarà pure aperta ma il tonno è più o meno lo stesso. L’estate, per esempio, sarà come ogni estate. Si chiude il 6 agosto, sulla falsariga di quello che è sempre successo, o quasi (l’anno scorso vacanze record, dal 2 agosto!). Fino al 10 Camera e Senato rimarranno aperti “se necessario”. La riapertura a settembre deve essere ancora decisa. Però hanno ragione quelli di Openpolis (mai troppo lodati per il loro certosino lavoro), che avevano chiesto che il parlamento lavorasse ad agosto. Anche per le lunghe settimane di inattività (e quindi potenziale vacanza) vissute dal 23 marzo - giorno dell’insediamento - fino all’inizio di giugno (con la formazione del governo) e oltre (le varie lungaggini per la formazione delle commissioni parlamentari). Di lavorare ad agosto, però, non se ne parla. Così come non sembra cambiare l’abitudine di discutere e convertire in legge quasi esclusivamente i decreti legge governativi. E anche quelli, finora, poca roba. Insomma, aperta o no, la scatolettaditonnoparlamento sembra ben lungi dal recuperare la tanto evocata centralità. Altra cosa che sembra destinata a cambiare poco sono i numeri dell’assenteismo. È troppo presto per dirlo, è vero. Quindi, magari, siamo ancora in tempo. Però la vicenda di Andrea Mura, parlamentare velista che voleva rappresentare il popolo a Cinquestelle dalla sua barca, non è un buon viatico. Speriamo in bene.

Ps. Il premier Giuseppe Conte da Washington fa sapere di aver parlato con Daisy Osakue. Gli avrebbe riferito – Daisy – che, riguardo l'aggressione subìta, la matrice razzista sarebbe esclusa. La stessa Daisy, a Sky Tg24, dice il contrario. Come scriveva anni fa Paolo Sorrentino: hanno tutti ragione.

Consigli per l’ascolto: “Vorrei la pelle nera”, Nino Ferrer

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