Governo Conte, tra martedì e mercoledì la fiducia: i numeri

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Dopo il giuramento, l’attesa è tutta per le votazioni di Senato e Camera. A Palazzo Madama si vota il 5 giugno, a Montecitorio il 6. L’esecutivo giallo-verde può contare su 167 senatori e 346 deputati certi, ma i sì potrebbero crescere. DIRETTA

Dopo il giuramento del governo Conte e il primo consiglio dei ministri, l’attesa è tutta per le votazioni sulla fiducia.  

I numeri al Senato

Al Senato, primo vero banco di prova, il nuovo governo può contare - numeri alla mano - su 167 voti certi: 6 in più rispetto alla maggioranza assoluta (IL SIMULATORE PER CREARE LA TUA MAGGIORANZA). Si tratta dei 58 senatori della Lega e dei i 109 del Movimento 5 stelle. A questi dovrebbero aggiungersi almeno altri 4 voti, facendo salire la maggioranza a quota 171. Sempre che le dichiarazioni a favore fatte in occasione del giro di consultazioni svolte da Giuseppe Conte - allora premier incaricato - da parte di due ex grillini (Maurizio Buccarella e Carlo Martelli) e due esponenti del Maie (Ricardo Antonio Merlo e Adriano Cario) vengano confermate. Numeri che potrebbero crescere ulteriormente, e arrivare a 174-175 sì, qualora anche il gruppo delle Autonomie a Palazzo Madama - che aveva lasciato aperto un canale con il professore di Diritto - dovesse optare per il voto favorevole alla fiducia.

Il no di Fi e Pd; Fdi si astiene

Di diverso, rispetto alle previsioni iniziali, c’è anche l'astensione del gruppo di Fratelli d'Italia, che conta 18 senatori. In un primo momento orientato verso il no alla fiducia, dopo gli ultimi contatti il partito di Giorgia Meloni ha invece cambiato linea e ha annunciato l'astensione. I voti contrari, quindi, dovrebbero essere 61 di Forza Italia, 52 del Pd e quelli di alcune componenti del gruppo Misto. Dunque, se lo scenario fosse confermato, il governo Conte a Palazzo Madama avrebbe almeno 10 voti di margine rispetto alla maggioranza assoluta.

I numeri alla Camera

Alla Camera, invece, l'esecutivo giallo-verde ha una maggioranza schiacciante, con 346 voti (222 deputati M5S e 124 leghisti). Sono 30, quindi, i voti di scarto rispetto alla maggioranza assoluta di 316. Anche qui i consensi potrebbero aumentare, sempre grazie ad alcuni deputati ex M5S e ad alcuni componenti del gruppo Misto. FdI - come al Senato - dovrebbe astenersi, mentre Forza Italia, Leu e Pd dovrebbero votare contro.

I precedenti

Guardando a qualche precedente, il governo Renzi nel febbraio del 2014 incassò 169 sì alla prima fiducia a Palazzo Madama, contro 139 no. Stessi numeri a favore per Paolo Gentiloni nel dicembre del 2016 (169 sì). Enrico Letta, sempre al Senato, poteva contare invece su un'ampia maggioranza bipartisan che nel settembre del 2013 votò la fiducia con 235 sì. Tornando ancora più indietro nel tempo, il record più basso di voti favorevoli al Senato lo detiene il primo governo Berlusconi: nel maggio del 1994 il primo esecutivo guidato dal Cavaliere incassò 159 sì contro 153 no. Più alti i numeri, sempre al Senato, dei governi che si sono succeduti dopo Tangentopoli nella seconda Repubblica: il primo governo Prodi nel '96 ottenne 173 sì contro 139 no; il secondo Berlusconi nel 2001 si assicurò la fiducia a Palazzo Madama con 175 sì contro 133 no. Il terzo governo Berlusconi nel 2005 ottenne 170 sì (117 i voti contrari). Il secondo governo Prodi si fermò a quota 165, contro 155 no, e fu sfiduciato sempre al Senato nel gennaio del 2008 con soli 156 voti a favore a fronte di 161 voti contrari e un astenuto (che allora valeva come voto contrario). Infine, il quarto governo Berlusconi ottenne 173 sì contro 137 no e il governo Monti, nel novembre del 2011 - anche in questo caso era un esecutivo di larghe intese, come il governo Letta - incassò 281 voti a favore.

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