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Governo, Conte: “Stiamo lavorando”. Nodo resta Savona, Pd attacca

Politica

Lega e M5S non mollano sul nome dell’economista che non convince il Colle. Il premier incaricato al lavoro per cercare di trovare una soluzione. Martina: "Giocate su pelle Paese". Renzi su spread: colpa vostro teatrino. Stampa estera critica. Ue: "Italexit impossibile"

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"Stiamo lavorando". È questa la risposta di Giuseppe Conte (CHI È) a chi gli ha chiesto quando avrebbe sciolto la riserva. Il presidente del Consiglio incaricato è alla Camera per cercare di trovare una soluzione che faccia uscire l'Italia dall'impasse. In mattinata ci sarebbe stata anche una telefonata con Matteo Salvini e Luigi Di Maio. Il nodo principale rimane la nomina di Paolo Savona al dicastero dell'Economia: i due partiti sono compatti su questo nome, mentre il Colle è scettico. Ieri Conte è salito al Quirinale da Sergio Mattarella, ma senza lista dei ministri (LA CRONACA - IL TOTOMINISTRI). L'incontro non ha fatto registrare alcun passo in avanti, per questo la costituzione del nuovo governo gialloverde resta ancora in bilico. E mentre Moody's avverte l'Italia (sotto osservazione il rating 'Baa2' per un possibile downgrade), nuove critiche sono arrivate dai media stranieri. E il commissario al Bilancio Ue, Guenther Oettinger, assicura: "Un italexit è assolutamente improbabile. Io consiglio di non guardare solo quello che hanno scritto nel contratto, decisivo è come 5 Stelle e Lega governeranno effettivamente".

Gli attacchi del Pd

In giornata è arrivata anche la reazione del Pd a Lega e M5S. "State giocando sulla pelle del Paese per i vostri miseri interessi. Invece governare è prendersi cura dell'Italia", è l'attacco del segretario reggente Maurizio Martina su Twitter. Matteo Renzi, invece, si concentra sullo spread. "Sale ai massimi dal 2013. Non pensate che sia una notizia tecnica perché purtroppo riguarda la nostra vita. Dai prossimi giorni i mutui per le famiglie costeranno di più, l'accesso al credito per le piccole imprese sarà più difficile e pagheremo di più gli interessi sul debito pubblico. Chi è il colpevole? Non c'è nessun complotto, non guardate Bruxelles, non è colpa dei mercati finanziari. Il responsabile ha sempre un nome, in questo caso due cognomi: Salvini e Di Maio", ha scritto su Facebook. E ancora: "Se sale lo spread è grazie al teatrino incredibile di questi giorni. Da 84 giorni questi signori stanno prendendo in giro tutti gli italiani, anche quelli che li hanno votati. L'aumento dello spread dipende da ciò che hanno detto e scritto nelle varie bozze del contratto di governo: tagliare 250 miliardi di debito, minibot e altre amenità. Quando proveranno a fare ciò che hanno promesso (Fornero, Flat Tax, reddito di cittadinanza) e scopriranno che non ci sono soldi, allora sì che ne vedremo delle... brutte". Critico anche Carlo Calenda, ministro uscente dello Sviluppo economico: "L'agenda Salvini-Di Maio è ormai chiara, mira a portare l'Italia fuori dall'Europa e dall'Occidente distruggendo le istituzioni e 70 anni di storia. Bisogna creare un fronte civile di resistenza a questo progetto mobilitando il Paese e non aver paura delle elezioni".

Le critiche dei giornali stranieri

Ma della situazione italiana si sono occupati anche i giornali stranieri. Il New York Times, primo quotidiano a sollevare dubbi sul curriculum del premier incaricato Conte, ci dedica un editoriale. Lega e M5S, che erano "nemici giurati" ma si sono alleati dopo le elezioni, hanno designato come premier "un professore di diritto chiamato Giuseppe Conte, largamente sconosciuto e il cui curriculum di ricercatore presso famose università era ignoto ad alcune di queste, tra le quali la New York University, che non ha trovato sua traccia. Ciò che sembra qualificarlo principalmente è la sua volontà di eseguire il mandato dei leader dei due partiti", si legge. Il Nyt segnala le preoccupazioni dei mercati e dell'Europa e commenta: "Quanto danno possa fare la coalizione non è ancora chiaro. La politica italiana è intrinsecamente imprevedibile e instabile. Ed è probabile che resti tale a causa delle divergenze ideologiche tra la Lega, guidata da Matteo Salvini, deputato in felpa che ha trasformato un partito regionale del Nord in forza di estrema destra, e il Movimento 5 stelle, partito basato sul web e guidato da Luigi Di Maio, 31 anni, un universitario fuori corso di un piccolo paese vicino Napoli, diventato vicepresidente della Camera a 26 anni". "Il mistero Giuseppe Conte", titola invece il quotidiano francese Le Monde a pagina 3. Mentre la stampa tedesca parla in toni allarmati di Paolo Savona, l'uomo "che odia la Germania".

Il caso Savona e l'ira di Salvini

"Giornali e politici tedeschi insultano: italiani mendicanti, fannulloni, evasori fiscali, scrocconi e ingrati. E noi dovremmo scegliere un ministro dell'Economia che vada bene a loro? No, grazie! #primagliitaliani", è stata la risposta social di Salvini. Sempre su Savona, ieri il leader della Lega aveva commentato su Facebook (incassando il like di Luigi Di Maio): "Sono davvero arrabbiato". Sulla questione sono intervenuti anche il pentastellato Alessandro Di Battista ("Il presidente della Repubblica ha tutto il diritto di voler concordare alcuni ministri con il presidente del Consiglio incaricato, ma porre veti sul ministro dell'Economia, malgrado il curriculum eccellente che vanta il dottor Savona lo trovo, da cittadino, assolutamente inaccettabile") e la leader di Fdi Giorgia Meloni (ha parlato di "inaccettabile ingerenza di Mattarella" e ha offerto al Carroccio "il suo convinto aiuto per rivendicare il diritto di un governo a scegliere un ministro dell'economia non indicato da Bruxelles"). Non è voluto entrare nel merito, invece, il presidente della Camera Roberto Fico: "È un'interlocuzione tra il presidente della Repubblica e il presidente del Consiglio incaricato. Lasciamo a loro. Io spero che si vada avanti". "Sono fiducioso che troveranno un'ottima soluzione", ha dichiarato anche Davide Casaleggio. Solo nelle prossime ore, comunque, si capirà se si troverà una soluzione per uscire dallo stallo. Non è escluso che se Mattarella confermasse il suo 'no' a Savona, malgrado il pressing dei partiti, Conte possa rinunciare all'incarico.