Verso il nuovo governo, cosa succede adesso

Politica

Marco Di Fonzo

Giuseppe Conte, Luigi Di Maio e Matteo Salvini

A 80 giorni dalle elezioni siamo ancora senza un esecutivo nel pieno dei poteri.  Perché tanto tempo? E quando si chiude? Cerchiamo di fare chiarezza

A ormai 80 giorni dalle elezioni siamo ancora senza un nuovo governo nel pieno dei poteri. Tutto normale? Perché tanto tempo? E quando si chiude?

Cerchiamo di fare chiarezza su una delle crisi più lunghe della storia repubblicana. Di certo la più irrituale, soprattutto nell’ultima fase. Movimento 5 stelle e Lega, infatti, hanno stretto un accordo fondato su un contratto di governo, rendendolo pubblico, e solo in seguito si sono concentrati sulla squadra ministeriale. Di solito invece accade il contrario: il Presidente della Repubblica incarica un presidente del consiglio, che in prima persona lavora al programma e alla squadra, in sintonia con il Quirinale, che ha l’ultima parola sulle nomine. Peraltro, ad annunciare il nome del possibile premier è stato Di Maio, non il Colle. Non a caso, forse, la convocazione di Conte è slittata almeno di un giorno.

A che punto siamo con la formazione del governo?

Avanti sul piano politico, ancora indietro sulla squadra. La settimana scorsa Movimento 5 stelle e Lega hanno stretto un accordo sul contratto di governo. Lunedì Di Maio e Salvini sono saliti al Quirinale per riferire di una intesa politica complessiva, proponendo come Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, 54 anni, professore di diritto privato nell’università di Firenze. Ma l’ultima parola è di Mattarella, anche sui singoli ministri, sui quali si sta ancora lavorando.

Come mai non c’è un governo dopo 80 giorni dalle elezioni?

Perché nessun movimento o coalizione, da solo, ha la maggioranza in Parlamento. Le elezioni del 4 marzo hanno consegnato tre poli principali alla Camera e al Senato. Il centrodestra è la prima coalizione, i 5 stelle sono il primo gruppo. Ma nessuno è autosufficiente, quindi per settimane si è cercato di capire se poteva nascere una coalizione, con diverse serie di consultazioni, fino all’intesa giallo-verde stretta pochi giorni fa.

Tra quanto tempo avremo un governo?

Se tutto va bene nel fine settimana. A questo punto si attende che Mattarella dia l’incarico al presidente del Consiglio: salvo sorprese sarà Giuseppe Conte. Poi il premier incaricato si prenderà un po’ di tempo, di solito almeno 24 ore, per fare il punto sulla lista dei ministri da proporre al Quirinale. Una volta sciolta la riserva, sarà il Presidente della Repubblica, a norma dell’articolo 92 della Costituzione, a nominare il Presidente del Consiglio e, su proposta di questo, i ministri. Dopo qualche ora, o al limite il giorno dopo, il governo presterà giuramento. A quel punto non resterà che il passaggio – questa volta prima al Senato, poi alla Camera – per ottenere il voto di fiducia del Parlamento, essenziale per andare avanti.

Perché Mattarella ha convocato Fico e Casellati?

Per approfondire la situazione con i vertici delle Camere. Si è trattato di una mossa a sorpresa, mentre tutti si aspettavano la convocazione di Conte per l’incarico da premier. Il Colle non ha dato spiegazioni ufficiali, ma in molti la considerano una “pausa di riflessione”, utile ad allentare le tensioni delle ultime ore, anche a livello internazionale, e a capire meglio che accoglienza avrebbe il nuovo governo in Parlamento. In particolare in Senato, dove sulla carta avrebbe la maggioranza assoluta per una mezza dozzina di voti.

Il Presidente del Consiglio è un semplice esecutore del programma?

No, anzi, ha una importanza rilevante a tutto campo. La Costituzione considera il premier il centro nevralgico dell'intera attività di governo: ne dirige la politica generale e ne è il responsabile, mantiene l'unità di indirizzo politico e amministrativo, promuove e coordina l'attività dei ministri. Per questo Mattarella vuole riflettere bene prima di dare l’incarico.

 

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