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Elezioni 2018, come fare gli scrutatori

Politica
Gli scrutatori gestiscono l'allestimento del seggio, il voto e lo spoglio (archivio Ansa)

I responsabili delle operazioni di voto sono, a tutti gli effetti, dei pubblici ufficiali. Selezionati tra gli appartenenti ad un apposito albo, saranno impegnati dalle ore 16 del 3 marzo 

 

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Gli scrutatori sono i pubblici ufficiali che gestiscono le operazioni di voto. La loro nomina passa da alcuni criteri e dall'iscrizione a un albo specifico, nel proprio Comune di residenza. Ecco che cosa fanno e quanto guadagnano.

Chi può fare lo scrutatore e chi no

Si può diventare scrutatori di seggio se iscritti all'apposito albo. L'iscrizione è gratuita: basta presentare domanda al proprio Comune. Per essere ammessi, gli aspiranti scrutatori devono avere cittadinanza italiana, essere elettori in quel comune e aver “assolto agli obblighi scolastici” (cioè essere diplomati o in possesso di una qualifica professionale triennale). Non possono, in ogni caso, diventare scrutatori i dipendenti del Ministero dell'interno, del Ministero delle poste e telecomunicazioni (oggi confluito nello Sviluppo economico) e del Ministero dei trasporti; gli appartenenti alle forze armate in attività; i medici provinciali, gli ufficiali sanitari e i medici condotti; i segretari comunali; i dipendenti comunali addetti o comandati a prestare servizio presso gli uffici elettorali comunali; i candidati alle elezioni per le quali si svolge la votazione; i rappresentanti di lista.

Le procedure di nomina

Tra il venticinquesimo e il ventesimo giorno antecedenti la data delle votazioni, la commissione elettorale comunale indica, tra i nomi ammessi all'albo, gli scrutatori. E stabilisce una graduatoria di “riserve”. Entro i 15 giorni precedenti al 4 marzo, la decisione verrà comunicata ai prescelti. Che potranno rinunciare, comunicando la decisione entro 48 ore. In questo caso, il sindaco o il commissario del Comune indicheranno il nuovo scrutatore seguendo la graduatoria dei sostituti.

Quanto si guadagna

Il guadagno per gli scrutatori varia a seconda del tipo di elezioni. È di 96 euro al giorno per il parlamento europeo, sale a 120 per le amministrative e le politiche. Per il 4 marzo, quindi, è questo il compenso che sarà percepito dagli scrutatori. Con due eccezioni: Lazio e Lombardia hanno deciso accorpare il voto regionale in un unico "Election day". La legge prevede 25 euro per ogni scheda aggiuntiva (una in questo caso). Per la tornata del 4 marzo, quindi, gli scrutatori laziali e lombardi percepiranno 145 euro. Si tratta di una cifra netta, perché non costituisce reddito: gli scrutatori non dovranno inserirla nella dichiarazione fiscale.

Cosa fanno gli scrutatori

Gli scrutatori devono gestire e controllare le operazioni che si svolgono nel seggio elettorale. Prima dell'apertura delle urne devono allestirlo. Durante il voto devono identificare gli elettori (cui richiedere un documento d'identità), registrare la tessera elettorale e timbrarla. A urne chiuse, dovranno procedere allo spoglio delle schede e alla registrazione di voti. Il lavoro inizia alle 16 del 3 marzo, quando vengono convocati per allestire il seggio, e si conclude con lo spoglio e la registrazione dei risultati. Nell'esercizio del ruolo, lo scrutatore è a tutti gli effetti un pubblico ufficiale e come tale verrebbe perseguito in caso di reati legati alla propria funzione.