Chiuso alle 16 il termine massimo per consegnare i contrassegni politici, in vista del voto del 4 marzo. L'ultimo è stato 'L'Italia dei diritti', penultimo il Pd. Prevalgono i nomi dei leader
Il ruolo dei nomi dei leader
Da una prima analisi, si vede come per questo appuntamento elettorale sia prevalsa la personalizzazione della politica. Non c’è nessun riferimento alle famiglie europee come Ppe, Pse, antieuropeisti come Ukip (M5s) o nazionalisti alla Le Pen (Lega). I simboli depositati al Viminale contengono soprattutto i nomi dei rispettivi leader: Berlusconi, Salvini, Meloni, Bonino, Lorenzin, Grasso, Pirozzi, Pivetti, Sgarbi, Parisi, Merlo. Solo il Movimento 5 Stelle muove in direzione opposta e toglie ogni riferimento a Beppe Grillo dal simbolo. Confermato anche il carattere personale dei simboli di Pd, Noi con l'Italia-Udc, Insieme (lista formata da Psi, Verdi, prodiani), Pri, Psdi, Pli, Msi, Casapound, Svp, Partito Sardo d'Azione, Liga veneta Repubblica.
Meno simboli rispetto al 2013
Se si analizzano i numeri della precedente tornata elettorale, si può anche osservare come i simboli depositati siano diminuiti. Dai 219 del 2013, ai 103 di questo 2018. Il picco era stato raggiunto nel 1994, con 312 contrassegni. Le motivazioni di questo calo possono ricondursi a diverse ragioni: una è la richiesta di una dichiarazione di trasparenza che deve obbligatoriamente essere autenticata da un notaio e accompagnata da un cd-rom. Questo comporta il costo di almeno un centinaio di euro. Un altro motivo è che ciascun rappresentante legale della forza politica e ciascun titolare di contrassegno può presentare un solo simbolo.
Dal ramoscello d'ulivo alla fiamma
Sul fronte dei simboli, il ramoscello d'ulivo compare nei contrassegni di Pd e Insieme. La Margherita, invece, ha presentato il proprio logo solo a titolo cautelativo. La fiamma compare nei simboli di 'Forza Nuova e Fiamma Tricolore' che correranno insieme, Fdi, Msi, Destre Unite, Movimento Sociale. La falce e martello caratterizza il Partito comunista di Rizzo e il contrassegno 'Per una sinistra rivoluzionaria' che ingloba il 'Partito comunista dei lavoratori' di Ferrando. Lo scudo crociato appare nel simbolo dell'Udc e nella 'Democrazia Cristiana' di Giovanni Fontana. Il garofano è con il Nuovo Psi. L'edera con il Pri, mentre il sole nascente con il Psdi.
Gli schieramenti
Le coalizioni sono tre: centrosinistra con cinque partiti (Pd, + Europa, Insieme, Civica Popolare Lorenzin, Svp), centrodestra con quattro partiti (FI, Lega, FdI, Noi con l'Italia-Udc) e l’alleanza, raccolta delle firme permettendo, di 'Movimento Poeti d'azione' e 'No riforma forense'. Tutti gli altri partiti corrono in solitario. All'estero Fi, Lega e FdI hanno presentato il simbolo congiunto 'Salvini-Berlusconi-Meloni'. Pd, + Europa, Civica Popolare Lorenzin, Leu, 'Noi con l'Italia-Udc', 'Rinascimento Sgarbi', 'Italia madre' di Irene Pivetti, 'Lista del Popolo per la Costituzione' di Ingroia, Maie, salvo desistenze e raccolta firme permettendo, correranno in competizione tra loro. Per quanto riguarda la raccolta delle firme, saranno esentati i gruppi presenti in Parlamento e le liste collegate: Bonino avrà la manleva dal Centro Democratico, Lorenzin da Alternativa Popolare, Insieme dal Psi, Pri da Ala, Epi-Parisi da Civici e Innovatori. All'estrema destra competeranno Casapound, Fn-Ft, Msi, Movimento Sociale e Movimento Politico dei Forconi. All'estrema sinistra 'Partito comunista', 'Potere al popolo' e 'Per una sinistra rivoluzionaria'. Ci sono poi le liste di Ingroia 'Lista del popolo per la Costituzione' e di 'Sergio Pirozzi Presidente' (quest'ultima solo per Lazio Senato).