Berlusconi: "M5S setta populista". Di Maio: "Triplicheremo i seggi"

Politica
Silvio Berlusconi e Luigi Di Maio (ansa)

Il leader di Forza Italia annuncia: "Sono ancora qui perché c'è bisogno di me: pentastellati pericolosi come i post comunisti nel '94". Salvini chiude a governi di larghe intese. Intanto il ministro Calenda scende in campo accanto a Gori in Lombardia

In una lunga giornata di campagna elettorale, in vista dell'election day del 4 marzo, Silvio Berlusconi si è scagliato contro il Movimento 5 Stelle. Il candidato premier dei pentastellati, Luigi Di Maio, ha invece promesso: "Triplicheremo i seggi, siamo avanti e gli altri ci inseguono". Matteo Salvini, segretario della Lega, ha escluso governi di larghe intese, mentre dal centrosinistra è arrivato l'appoggio del ministro Calenda al candidato governatore in Lombardia Giorgio Gori.

Berlusconi contro il M5s

"Sono ancora qui a combattere perché c'è bisogno di me. Oggi si è verificato un caso che ricorda quello del 1994 da vicino. Oggi c'è in campo una formazione populista, ribellista, pauperista, quasi più pericolosa dei post-comunisti del 1994. È quasi una setta che prende ordini da un vecchio comico e dal figlio di uno sconosciuto di un socio defunto, cambiano parere da mattina a sera, sono capaci di seguire qualsiasi idea. Porterebbero Italia verso il vero disastro e al governo i peggiori rappresentanti della magistratura militante", ha detto il leader di Forza Italia aggiungendo che la sua ricetta è "meno tasse" e la rivoluzione della "Flat tax". 

Di Maio: “Triplicheremo i nostri parlamentari”

La replica di Luigi Di Maio, candidato alla presidenza del Consiglio per il Movimento 5 Stelle, non si è fatta attendere. L’esponente grillino, a Ivrea per sostenere il candidato sindaco dei pentastellati, ha accusato il centrosinistra e il centrodestra. "Sia Renzi che Berlusconi dicono che la battaglia è contro di noi. Ogni volta che dicono questo capisco che abbiamo già vinto. Noi siamo davanti e loro ci inseguono", ha detto. "Nei prossimi giorni selezioneremo i candidati grazie ai nostri iscritti e alle loro preferenze. Triplicheremo il numero dei parlamentari. Il nostro governo sarà noto prima delle elezioni politiche. Gli italiani non voteranno a scatola chiusa". Gli elettori "sapranno prima chi saranno i ministri del governo a Cinque Stelle", ha concluso Di Maio.

Salvini: no a governi con Pd e M5s

Intanto Matteo Salvini, leader della Lega, chiude la porta a governi di larghe intese. "Non propongo minestroni né con Pd né con il M5S. Chiedo agli italiani la maggioranza per essere autosufficiente come in Lombardia e Veneto. Non farò mai inciuci, governissimi, governi esterni. O abbiamo una maggioranza che ci permette portare vanti nostre idee o io non sarò disponibile nessun governo con nessun altro", ha detto. Il risultato al 40%, per il numero uno leghista, è possibile, "anche perché partiamo dal 37-38%. Mai nella vita farei un accordo con Renzi, il Pd, la Boldrini. È impossibile un governo insieme. Poi dal 5 marzo se Salvini non è capace e non mantiene quello che ha promesso, ne paga lui le conseguenze. Io offro la possibilità di cambiare con il programma del centrodestra, dentro cui la Lega in questi ultimi anni è cresciuta di più", ha detto.

Calenda: “Siamo stati il governo della costruzione”

Nel centrosinistra ha parlato il ministro Carlo Calenda. Pur non essendo in corsa per un posto in Parlamento, è sceso in campo in vista dell’election day del 4 marzo. Il ministro dello Sviluppo economico ha parlato a Milano, dove ha partecipato, assieme a Matteo Renzi, all’inizio della corsa di Giorgio Gori alla presidenza della Regione Lombardia per il centrosinistra. "Siamo stati il governo della costruzione e non della rottamazione. Il 4 marzo è una grande battaglia e non va combattuta né con la rottamazione né con l'abolizione". Infine ha promesso: “Mi spenderò per Giorgio Gori e lo farò convinto".

Gori: “Partita combattuta ma vinceremo”

Nel corso dell’evento organizzato dal Pd a Milano in vista delle elezioni regionali del 4 marzo, ha parlato anche Giorgio Gori, candidato alla presidenza della Lombardia per il centrosinistra. “Sarà una partita molto combattuta ma che vinceremo, anche se di poco”, ha detto. "Dopo 23 anni abbiamo la possibilità di cambiare le cose: ogni cittadino nella sua dimensione quotidiana può essere decisivo per spostare l'ago della bilancia - ha concluso -. Per questo tutti hanno grande responsabilità".

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