Intercettazioni, via libera alla riforma: entrerà in vigore fra 6 mesi

Politica
Foto di archivio (Ansa)

Il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto che ridisegna il sistema delle intercettazioni. Sono nove gli articoli del provvedimento. Tra questi, il divieto di trascrizioni di intercettazioni irrilevanti per le indagini e novità sull'utilizzo dei virus-spia

Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera definitivo alla riforma delle intercettazioni, che entrerà in vigore dopo sei mesi dalla sua pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale, prevista per gennaio. Solo una norma, quella che sancisce il diritto dei giornalisti ad avere copia dell'ordinanza di custodia cautelare, una volta resa nota alle parti, sarà invece efficace tra un anno. "Abbiamo un Paese che utilizza le intercettazioni per contrastare la criminalità e non per alimentare i pettegolezzi o distruggere la reputazione di qualcuno", ha detto alla fine del Cdm il ministro della Giustizia Andrea Orlando. Che ha sottolineato come il provvedimento, "senza restringere, ma anzi autorizzando a intercettare in un modo più agevole, impone una serie di vincoli e divieti che impediscono di usarle come strumento di diffusione di notizie improprie".

Intercettazioni: più tutela privacy, le nuove regole

Sono nove gli articoli del provvedimento che sono stati approvati. Mai più trascrizioni di intercettazioni irrilevanti per le indagini; regole per l'utilizzo dei virus-spia come il Trojan; solo "brani essenziali" e quando "è necessario" nelle ordinanze di custodia cautelare; un nuovo reato nel codice penale che è la "diffusione di riprese e registrazioni di comunicazioni fraudolente", punito con la reclusione fino a 4 anni; accesso legittimo dei giornalisti alle ordinanze del gip, una volta che le parti ne hanno avuto copia: questi i punti essenziali della nuova legge sulle intercettazioni, prevista dalla delega contenuta nella riforma del processo penale varata la scorsa estate. Il decreto legislativo era stato approvato in via preliminare il 2 novembre scorso in consiglio dei ministri. Giunge adesso al via libera definitivo, dopo alcune modifiche introdotte a seguito dei pareri delle Commissioni parlamentari competenti.

Pena fino a 4 anni per diffusione o registrazione fraudolenta

Tra le novità più rilevanti della riforma c’è quella che prevede la reclusione fino a 4 anni per "chiunque, al fine di recare danno all'altrui reputazione o immagine, diffonde con qualsiasi mezzo riprese audio o video, compiute fraudolentemente, di incontri privati o registrazioni, pur esse fraudolente, di conversazioni, anche telefoniche o telematiche, svolte riservatamente in sua presenza o alle quali comunque partecipa". Non è prevista la punibilità, invece, se la diffusione delle riprese o delle registrazioni è conseguente alla loro utilizzazione in un procedimento amministrativo o giudiziario o per l'esercizio del diritto di difesa o del diritto di cronaca.  Il delitto è punibile a querela della persona offesa.

Divieto di trascrizione di ascolti irrilevanti

Un altro punto del nuovo testo prevede il divieto di trascrizione "anche sommaria" delle "comunicazioni o conversazioni irrilevanti ai fini delle indagini, sia per l'oggetto che per i soggetti coinvolti". Nel verbale delle operazioni va indicato solo data, ora e dispositivo su cui la registrazione è intervenuta.

Archivio in mano al pubblico ministero

La riforma sulle intercettazioni appena approvata prevede anche che a conservare verbali e registrazioni sarà il pubblico ministero in un archivio e sarà sempre il pm entro cinque giorni dalla conclusione delle operazioni a occuparsi del deposito di tutti gli atti, formando un elenco delle conversazioni rilevanti ai fini di prova. Nel caso in cui vi sia un rischio di "grave pregiudizio per le indagini", il giudice può autorizzare il pm a ritardare il deposito, ma non oltre la chiusura dell'inchiesta. I verbali e le registrazioni delle intercettazioni acquisite nel fascicolo di notizie di reato non sono coperti da segreto: il resto - le registrazioni non acquisite - sarà conservato nell'archivio del pm e sarà possibile chiederne la distruzione.

Tutela del diritto di difesa

Un altro punto prevede che gli avvocati avranno diritto ad avere copia degli atti ritenuti utili al procedimento, ma dopo il vaglio del gip. Ampliato il tempo (dai cinque giorni previsti in origine, ai 10 giorni, con possibile proroga nei casi più complessi, di cui parla il provvedimento approvato oggi) a disposizione per i difensori per consultare - senza estrarne copia - i verbali di intercettazione. Le conversazioni tra il legale e il suo cliente, nel caso di eventuale intercettazione, non devono essere inserite neanche nei brogliacci di ascolto.

Accesso legittimo dei giornalisti alle copie delle ordinanze

L’unico punto della riforma che non entrerà in vigore fra sei mesi ma fra un anno è quello secondo cui i giornalisti potranno chiedere ed ottenere copia delle ordinanze del gip, una volta che queste siano state rese note alle parti.

Regole definite per l’uso dei virus spia

Nuove regole anche per quanto riguarda l'uso del captatore informatico: il testo, infatti, disciplina il 'virus-spia' nei dispositivi elettronici portatili (quali smartphone e tablet) è consentito ai fini di intercettazione tra presenti in ambito domiciliare solo se si procede per i delitti di criminalità organizzata o terrorismo. Altrimenti, l'uso del Trojan in 'casa' è limitato ai casi in cui vi è un’attività criminosa in atto.

Udienza stralcio solo come extrema ratio

In base al decreto, quanto alla cosiddetta 'udienza-stralcio', sarà il giudice, in camera di consiglio senza l'intervento del pm e dei difensori, a decidere sull'acquisizione delle intercettazioni indicate dalle parti, e potrà ordinare anche lo stralcio delle registrazioni e dei verbali di cui è vietata l'utilizzazione. Quando sarà invece "necessario", la decisione del giudice verrà presa dopo un'udienza a cui pm e avvocati dovranno partecipare.

Solo brani essenziali negli atti

Nuove norme anche quelle per pm e e giudici con lo scopo di tutelare la riservatezza nelle richieste e nelle ordinanze di misure cautelari. Questi riporteranno "ove necessario" solo i "brani essenziali" delle intercettazioni: una regola a cui devono ispirarsi anche le "informative di polizia giudiziaria".

Semplificazioni per i reati contro le pubbliche amministrazioni 

In tema di intercettazioni, l’ultimo punto del decreto prevede che vengano semplificate le procedure per l'ascolto di conversazioni nel caso di gravi reati dei pubblici ufficiali contro la pubblica amministrazione. Ci devono essere gravi indizi di reato e le intercettazioni devono essere necessarie per procedere nelle indagini.

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