Il presidente del Consiglio ha replicato ai leader di Ungheria, Repubblica Ceca, Slovacchia e Polonia, che hanno chiesto all’Italia di chiudere i porti. “Non accettiamo minacce o parole oltraggiose”, ha detto il premier. LO SPECIALE MIGRANTI
Il confronto sui migranti è al centro di uno scambio di dichiarazioni dai toni accesi tra Italia e alcuni Paesi Ue. Dopo le minacce dell'Austria, che sta valutando l'ipotesi di chiudere il Brennero, in giornata il premier ungherese Orban ha dichiarato che Roma “dovrebbe chiudere i porti” per arginare i flussi migratori. Concetti ribaditi anche in una lettera dei leader Visegrad, ovvero Ungheria, Polonia Repubblica Ceca e Slovacchia. Il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni ha replicato che l’Europa deve fare la propria parte “senza darci improbabili lezioni”. Sulla stessa linea anche il ministro degli Esteri Angelino Alfano secondo cui "l'Europa non può darci lezioni, dovrebbe darci solidarietà, ma non può darci lezioni anche perché non è un pulpito che funziona".
Le parole di Gentiloni
"Dai nostri vicini, dai Paesi che condividono il progetto europeo abbiamo diritto di pretendere solidarietà. Non accettiamo lezioni né parole minacciose. Serenamente ci limitiamo a dire che noi facciamo il nostro dovere e pretendiamo che l'Europa faccia il proprio senza darci improbabili lezioni”, ha detto Gentiloni parlando a Torino.
Paesi est a Gentiloni: centri migranti fuori da Ue
Poche ore prima delle parole di Gentiloni, il primo ministro ha ricevuto una lettera dai leader dei cosiddetti “Paesi Visegrad” nella quale hanno ribadito la necessità che "i veri richiedenti asilo" siano "identificati prima di entrare in Ue. Le nostre frontiere esterne devono essere protette", hanno scritto. Per questo i quattro leader spiegano, "l'Ue ed i suoi Stati dovrebbero mobilitare risorse finanziarie e di altro genere per creare condizioni sicure e umane in hotspot o centri di accoglienza fuori dall'Ue", e offrono un "contributo significativo”.
La lettera a Gentiloni
Nel dettaglio della lettera si legge che "i Paesi del V4 sono pronti a contribuire in modo significativo con spirito solidale a tutti gli sforzi europei e nazionali volti ad alleviare il peso sui Paesi in prima linea come l'Italia, con contributi finanziari e di altro genere, in linea col nostro approccio generale e le nostre capacità nazionali, escludendo azioni o strumenti che potrebbero creare ulteriori e più forti fattori attrattivi per la migrazione, specialmente ricollocamenti o meccanismi obbligatori di ridistribuzione automatica”. La lettera è stata firmata dal premier ceco Bohuslav Sobotka, slovacco Robert Fico, ungherese Viktor Orban, e polacco Beata Szydlo.
Orban a Gentiloni: Italia chiuda i porti
In mattinata era stato il premier ungherese Viktor Orban ad aprire la polemica. In un'intervista alla radio pubblica si è detto contrario a una politica europea sull'immigrazione, definendo "irrealistiche" le proposte della Commissione europea, in quanto alimenterebbero i rischi di terrorismo. Tra le proposte all’Italia anche quella di chiudere i porti ai migranti, altrimenti “il problema diventerà ingestibile, dato che tedeschi ed austriaci chiuderanno presto le loro frontiere. Il flusso immigratorio deve essere fermato in Libia. Penso ad azioni militari”. Nei giorni scorsi, invece, era stata l'Austria a chiedere che i migranti vengano bloccati a Lampedusa minacciando anche la possibilità di chiudere il Brennero per impedire che lascino l'Italia.