Domenica 30 aprile corsa a tre per il posto di segretario del Partito Democratico. Seggi aperti dalle 8 alle 20. Ammessi al voto anche i giovani fra i 16 e i 18 anni. Mercoledì 26 alle 21.15 il confronto su Sky TG24
Il 30 aprile il Partito Democratico sceglierà il suo segretario ed eleggerà l’Assemblea nazionale. A sfidarsi, per ricoprire il ruolo che era stato per ultimo di Matteo Renzi, saranno lo stesso ex premier, il ministro della Giustizia Andrea Orlando e il presidente della Puglia Michele Emiliano. I tre candidati si sfideranno in diretta su Sky TG24, mercoledì 26, alle 21.15.
Quando e come si vota?
Si voterà dalle 8 alle 20. Le votazioni sono aperte a tutti i cittadini italiani iscritti alle liste elettorali. Una volta al seggio, si dovrà presentare un documento di riconoscimento, la tessera elettorale e, se registrati online, la ricevuta dell’avvenuta registrazione. È richiesto il contributo di almeno 2 euro, tranne che per gli iscritti al Pd che hanno rinnovato la loro adesione entro il 28 febbraio 2017. La registrazione online si può effettuare fino alle 12 del 27 aprile. Chi non dovesse scegliere quest’opzione, potrà comunque registrarsi prima di votare. Per trovare il proprio seggio (o gazebo), si dovrà inserire nel sistema il Comune di residenza e la sezione elettorale indicata sulla propria tessera. Inoltre, dal 22 aprile, sarà attiva l’app “Trova il tuo seggio”.
In tutti i casi, si vota tracciando un segno su una delle liste collegate al candidato segretario prescelto (qui il fac simile della scheda).
Il voto per i fuori sede
Per chi vuole votare ma si trova fuori sede, scatta l’obbligo di registrarsi, entro le 12 di giovedì 27 aprile, e stampare la ricevuta dell’avvenuta registrazione online. Successivamente, verrà indicato con una mail o con un messaggio il seggio in cui si potrà esprimere la propria preferenza, anche se lontani da casa.
I giovani tra i 16 e i 18 anni
Anche chi ha un’età compresa tra i 16 e i 18 anni potrà esprimere la propria preferenza. Occorre però registrarsi, sempre entro le 12 del 27 aprile, e stampare la ricevuta dell’avvenuta registrazione. I giovani elettori riceveranno poi conferma via email o messaggio.
Gli stranieri residenti in Italia e gli italiani all’estero
Sono ammessi al voto anche i cittadini non europei che risiedono in Italia con regolare permesso di soggiorno, e quelli appartenenti all’Unione europea che vivono nel nostro Paese. In entrambi i casi, la registrazione è obbligatoria. Per i cittadini italiani che vivono all’estero e che sono iscritti all’Aire, le procedure sono “ancora in via di definizione”, come si legge sul sito del Pd dedicato alle primarie.
Le istruzioni per il voto
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Il sistema dei mille delegati
Nelle primarie si indica la preferenza per il segretario ma anche, indirettamente, quella per i mille delegati all’Assemblea nazionale, attraverso le liste che appoggiano i vari candidati. Sarà proprio il conteggio dei delegati nell'Assemblea che determinerà chi sarà il vincitore. Non si tratta quindi di un sistema con elezione diretta del segretario, ma di un meccanismo basato sul numero dei delegati eletti.
Le tempistiche: prima e dopo il voto
La possibilità di candidarsi a segretario del Partito Democratico è scaduta alle 18 dello scorso 6 marzo. Ciascun candidato può avere una o più liste collegate al suo nome e che sono state redatte entro il 10 aprile. Le riunioni di circolo per presentare le candidature, invece, si sono tenute dal 20 marzo al 2 aprile.
Il 7 maggio ci sarà la prima riunione dell’Assemblea nazionale in cui verrà eletto il segretario. Vincerà il candidato che, al primo turno, ha raggiunto la maggioranza assoluta dei voti: il 50% più uno. Nel caso in cui nessuno arrivi a questa soglia, il presidente dell’Assemblea indice, nella stessa seduta, il ballottaggio a scrutinio segreto tra i candidati che al primo turno hanno ottenuto la maggioranza dei voti. Sempre nella stessa occasione, viene scelta anche la nuova direzione nazionale, composta da 120 membri.
Il voto degli iscritti
A fine marzo si è svolto il primo voto nei circoli del Partito Democratico di tutta Italia. Alla consultazione potevano partecipare solo gli iscritti con diritto di voto. L’affluenza totale è stata del 59,15% cioè 266.370 persone sulle 405.000 iscritte. In questo caso, la maggioranza delle preferenze è andata a Matteo Renzi (66,73%), seguito da Orlando (25,26%) e da Emiliano (8,01%). Tutti e tre i candidati hanno quindi superato la soglia del 5% necessaria per poter accedere al voto del 30 aprile.
Perché si vota ora?
L’articolo 5 dello Statuto del Pd stabilisce che il Congresso e le primarie per eleggere il segretario si tengano allo scadere dei quattro anni stabiliti dalla carta fondamentale del partito. Ci sono però due casi in cui il Congresso può essere anticipato. Il primo è quello in cui l’Assemblea nazionale sfiduci il segretario. Il secondo è quello in cui è lo stesso segretario a scegliere di dimettersi prima della scadenza del mandato. Ed è proprio questo quello che si è verificato a febbraio, con le dimissioni di Matteo Renzi.
I precedenti
La prima volta in cui si tennero le primarie nel Pd fu nel 2007, come atto costituente per individuare un segretario nazionale e un’assemblea. Si votò il 14 ottobre e a vincere fu Walter Veltroni. Nel 2009, si tenne il congresso del Pd in base alle regole del nuovo statuto che stabiliva una prima fase di voto riservata agli iscritti, e poi quella aperta a tutti gli elettori. I candidati in quell’occasione furono Pier Luigi Bersani, Dario Franceschini e Ignazio Marino. A diventare il nuovo segretario, fu Bersani. Nel 2013, invece, si sfidarono Gianni Cuperlo, Pippo Civati e Matteo Renzi. E a vincere fu proprio l'ex sindaco di Firenze.