Secondo la sindaca Raggi l'istituzione del Parco Archeologico porterà a una diminuzione degli incassi per la città del 30%. Franceschini: "Argomenti falsi, è contro l'innovazione"
Scontro frontale tra il Campidoglio e il ministero dei Beni Culturali. Oggi dal comune di Roma è partito il ricorso al Tar contro il decreto che istituisce il parco archeologico del Colosseo perché, spiega la stessa sindaca Virginia Raggi, "è lesivo degli interessi" della città. Non si fa attendere la replica del ministro Dario Franceschini che accusa il Movimento 5 Stelle di remare contro l'innovazione tentando di "bloccare una riforma che sta dando frutti in tutta Italia". Sembrano lontani, dunque, i giorni in cui l'assessore alla Cultura Luca Bergamo ed il sovrintendente statale Francesco Prosperetti si facevano fotografare sorridenti proprio all'interno del parco, annunciando la straordinaria apertura dei Fori uniti a Capodanno. "Le decisioni non possono essere unilaterali - afferma oggi l'assessore -. I confronti con il ministro Franceschini non hanno portato risultati".
Raggi: "Incassi ridotti del 30%". Franceschini: "Falso"
"E' inaccettabile che a Roma ci siano aree di serie A e aree di serie B - tuona la Raggi da Palazzo Senatorio -. Come sindaca di Roma non posso sorvolare sul fatto che lo Stato centrale voglia gestire in totale autonomia il territorio della città che, invece, è patrimonio dei suoi cittadini". "Vengono usati argomenti falsi - la dura replica di Franceschini -. Infatti non cambierà nulla nel rapporto tra la città e l'area archeologica e resterà identico l'utilizzo degli incassi del Colosseo su Roma". Secondo la Raggi, invece, con la nascita del nuovo ente "i ricavi della bigliettazione del Colosseo e dei Fori Romani" finirebbero solo per il 30% alla città di Roma, il 50% in meno di quanto quanto avviene oggi.
Le richieste del M5S
"Noi siamo dell'idea che le istituzioni debbano collaborare - spiega la Raggi -. Tuttavia quando le scelte vengono calate dall'alto, nonostante ci siano state numerose interlocuzioni volte a trovare soluzioni diverse, è difficile trovare un dialogo se si trova dall'altro lato una porta chiusa". Ma la giunta pentastellata va oltre e chiede anche di "avviare la revisione dell'Accordo di valorizzazione tra Roma Capitale e Mibact del 21 aprile del 2015" per estendere a tutta la città il "principio di integrazione e coordinamento delle funzioni di tutela e valorizzazione del patrimonio culturale esercitate dal Mibact e Roma Capitale".
Lo scontro con il Pd
"Con una scelta che lascia allibiti e che denota peraltro totale analfabetismo istituzionale nei modi in cui viene annunciata e motivata, nel giorno del Natale di Roma - spiega la deputata Pd, Lorenza Bonaccorsi -, la sindaca Raggi dimostra di essere contro la trasparenza, contro una vera autonomia, contro una maggiore efficienza. Alla competenza di un direttore scelto con una selezione internazionale, evidentemente preferisce le nomine che calano dallo studio Casaleggio". D'accordo con le scelte del Campidoglio, invece, il consigliere di Sinistra Italiana, Stefano Fassina. "Sosteniamo l'iniziativa - spiega -, giusta e necessario di fronte all'arroganza del governo".