Renzi: "Nessun alibi, primarie Pd il 30 aprile"

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Tra la scissione e le presunte irregolarità nei tesseramenti a Napoli, alla fine la data per l'elezione del segretario sarà quella già annunciata. L'ex premier su Fb: nessun rinvio della discussione. La risposta di Franceschini: mai chiesto alcun posticipo 

Prima la scissione, poi le divergenze sulla data, infine il caos a Napoli durante l’ultimo giorno di tesseramento del partito per un presunto caso di compravendita di adesioni. Ma le primarie per l'elezione del segretario del Pd, ha annunciato l’ex premier Matteo Renzi, saranno il 30 aprile: “Nessun alibi”. E Franceschini, indicato da alcune indiscrezioni come il fautore di una possibile richiesta di rinvio, precisa: “Mai proposto, è una cosa inventata”.

 

Renzi, Orlando e Guerini: “No al rinvio” - "Il congresso - con le primarie del 30 aprile - sarà una grande occasione per decidere insieme quale Italia vogliamo in Europa e come il Pd dovrà essere motore del cambiamento - scrive su Facebook Matteo Renzi - Nessun alibi per rinviare la discussione, dunque". Con lui anche uno degli altri candidati, il ministro della Giustizia Andrea Orlando: “Mi sembra difficile ipotizzare un rinvio delle primarie. In ogni caso fornisco il massimo della disponibilità a gestire insieme questo passaggio difficile. Non ho alcun interesse a speculare”. Un secco No alla posticipazione del voto arriva anche dal presidente della commissione congresso Lorenzo Guerini: “Il congresso si celebrerà nei tempi e nei modi previsti dal regolamento approvato dalla direzione del Pd”.

 

 

Franceschini: “Non l’ho mai proposto” - Il più deciso a smentire l’ipotesi di uno spostamento delle primarie del Pd è il ministro della Cultura Dario Franceschini, additato da alcune indiscrezioni come la mente, insieme a Piero Fassino, di una richiesta di questo tipo. "Mai proposto il rinvio delle primarie. Normalmente non passo le giornate a smentire i retroscena fantasiosi che escono puntualmente per seminare zizzania - ha detto Franceschini - Ma questa volta voglio farlo con chiarezza per evitare che parta un dibattito su una cosa inventata e attribuita a me e a Fassino, che ho sentito questa mattina e ha manifestato lo stesso stupore mio dopo aver letto la rassegna stampa”.

 

Dalla scissione al caso Napoli - A intaccare la solidità delle future primarie del 30 aprile, oltre alla scissione e alla nascita del Movimento democratico e progressista guidato da Roberto Speranza ed Enrico Rossi, è stata la presunta compravendita delle tessere di partito documentata da Repubblica con un video nel quartiere Miano di Napoli. "Dovete portare tessera e codice fiscale, i 10 euro ve li danno loro", spiegava una donna all'esterno della sede di un'associazione a chi chiedeva come ci si potesse iscrivere. A livello organizzativo interno, invece, si è combattuto per la data: Matteo Renzi spingeva per il 9 aprile, ultimo giorno utile per poi andare a elezioni anticipate l’11 giugno, Andrea Orlando e Michele Emiliano puntavano ai primi giorni di maggio mentre Gianni Cuperlo parlava dei primi di luglio.

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