L'ormai ex assessore all'Urbanistica della giunta Raggi comunica il passo indietro con una nota. "Sono venute a mancare le condizioni per poter proseguire il mio lavoro", si legge. Raggi: "Andiamo avanti"
Paolo Berdini, assessore all’Urbanistica della giunta di Virginia Raggi a Roma, si è dimesso in modo irrevocabile dal suo incarico. Lo ha comunicato lui stesso con una nota. “Ringrazio coloro che hanno collaborato con me e le tante persone che mi hanno sostenuto in questi mesi di duro impegno. Da questo momento le mie dimissioni sono irrevocabili”, si legge. Secca la replica della sindaca: "Preferisce far polemiche invece che lavorare. Noi andiamo avanti".
Le motivazioni di Berdini - “Era mia intenzione servire la città mettendo a disposizione competenze e idee. Prendo atto che sono venute a mancare le condizioni per poter proseguire il mio lavoro”, continua il comunicato di Berdini. E ancora: “Dovevamo riportare la città nella piena legalità e trasparenza delle decisioni urbanistiche, invece si continua sulla strada dell'urbanistica contrattata che, come è noto, ha provocato immensi danni a Roma”.
“Lo stadio sembra l’unica preoccupazione” - In un passaggio della nota in cui annuncia le sue dimissioni, Berdini parla anche di uno dei temi caldi di questi giorni: lo stadio della Roma a Tor di Valle. “Mentre le periferie sprofondano in degrado senza fine e aumenta l'emergenza abitativa, l'unica preoccupazione sembra essere lo stadio della Roma”, dice l’ormai ex assessore. Non è escluso che a incidere sulle sue dimissioni, oltre alle tensioni con Virginia Raggi dopo il discusso “colloquio” con un giornalista della Stampa e gli attacchi rivolti alla sindaca, sia stata proprio la decisione del Campidoglio riguardo al progetto del nuovo impianto. Mentre Berdini era per un taglio drastico delle cubature, infatti, la linea che sembra prevalere è quella di un taglio più morbido rispetto al progetto iniziale e di un dialogo con la Roma e il costruttore.
Sul nuovo impianto si cerca l'intesa - Berdini, che fino a poco tempo fa aveva in mano il dossier sul nuovo stadio, oggi non ha neppure partecipato all’incontro che si è tenuto in Comune. Erano presenti il direttore generale della As Roma Mauro Baldissoni, il costruttore Luca Parnasi, il vicesindaco della Capitale Luca Bergamo (che ha coordinato la riunione) e altri rappresentanti del M5S capitolino. “Vorrei ringraziare la Roma per aver risposto alle sollecitazioni dell'amministrazione capitolina nella riunione della scorsa settimana presentandoci una revisione del progetto che ha dei caratteri fortemente innovativi”, ha dichiarato Bergamo alla fine dell’incontro. “I tavoli tecnici – ha aggiunto – sono ancora al lavoro, faremo una valutazione di questa importante novità e ci siamo dati appuntamento alla prossima settimana. Se rispetteremo i tempi del 3 marzo? È ovvio”.
Il presunto sms Di Maio a Raggi su Marra - Il nuovo stadio, però, non è l’unico tema che ha tenuto banco oggi in casa Movimento 5 Stelle. C’è anche il presunto sms che Luigi Di Maio avrebbe inviato a Virginia Raggi: un messaggio in cui il vicepresidente della Camera avrebbe definito Raffaele Marra “un servitore dello Stato” e avrebbe dato alla sindaca l’ok affinché restasse in Campidoglio. La ricostruzione giornalistica de La Repubblica, Il Corriere della Sera e Il Messaggero smentirebbe quanto ha sempre dichiarato Di Maio e cioè la sua intenzione di cacciare Marra tempo prima che scoppiasse il caso. L’indiscrezione ha scatenato il leader del M5S Beppe Grillo, che in un post intitolato “Giornalismo killer, la misura è colma” ha parlato di “Fake news di una gravità inaudita perché hanno scritto cose false, fuorvianti e non verificate”.