Il segretario democratico punterebbe a convocare il congresso ad aprile per poi andare al voto a settembre. La minoranza vorrebbe invece le elezioni nel 2018 a fine legislatura. E sul partito pesa lo spettro della scissione. Guerini: "Basta con la tattica del logoramento"
Si riunirà lunedì 13 al centro congressi Frentani, a Roma, a partire dalle 14,30, la Direzione nazionale del Partito democratico convocata dal segretario Matteo Renzi, inizialmente per decidere la linea del partito sulla legge elettorale, ma che ora si potrebbe trasformare in una resa dei conti interna.
Renzi pronto alle dimissioni - Da giorni infatti sul partito incombe l’ipotesi della scissione se non si troverà un punto sulle posizioni finora inconciliabili, del segretario, che vorrebbe andare al voto subito, e della minoranza che chiede invece che si voti nel 2018 e si vada al congresso nei tempi stabiliti, a dicembre, o al massimo a giugno come proposto da Pier Luigi Bersani. L’orientamento di Renzi sarebbe quello di presentare già domani le dimissioni per poi convocare il congresso ad aprile e andare al voto a settembre, andando così a cercare lo strappo con le altre componenti del partito.
Emiliano: "Dimissioni? Speriamo non ci ripensi" - Sulle possibili dimissioni ironizza il governatore della Puglia Michele Emiliano: "Quindi, ha ceduto. Ma è sicuro che ha ceduto e si dimette? Perché' può darsi che stanotte cambi idea come gli capita spesso. E' chiaro che era inevitabile dimettersi da segretario".
Rossi: "Non prendo in considerazione scissione" - Scongiura l'ipotesi della scissione il governatore toscano Enrico Rossi: "E' un'ipotesi che non pongo neanche in discussione". Rossi evoca le dimissioni di Renzi e poi una segreteria di garanzia che, con i tempi necessari, porti a "un regolare congresso, con tempi regolari di discussione, sostenendo nel frattempo il governo del paese".
Guerini: "Basta polemiche che logorano" - Alla minoranza Pd replica, con una nota il vicesegretario Pd Guerini. "Basta - dice - con la tattica dell'aspirazione al logoramento". "A dicembre - continua - ci è stato chiesto di non fare subito il congresso, poi no elezioni senza congresso, poi no alle primarie, poi sì al congresso ma non 'troppo anticipato'. Ora spunta la segreteria di garanzia. A tutti - sono ancora le parole di Guerini - vorrei rispondere così: se si anticipa il congresso lo si anticipa davvero, senza formule fantasiose, ma con le procedure e la strada indicata dallo statuto e cioè convenzioni nei circoli e poi elezione del segretario con primarie aperte. Punto".