Il testo approderà in aula il 27 febbraio, lo ha deciso la Conferenza dei capigruppo. Contrari Fi, Ap e Sinistra italiana. Renzi: “Votare nel 2017 o nel 2018 è lo stesso, ma bisogna evitare che scattino i vitalizi”
La legge elettorale approderà nell'Aula della Camera il 27 febbraio, ammesso che la Commissione Affari costituzionali ne abbia concluso l'esame. La decisione - presa dalla Conferenza dei capigruppo - ha avuto l'appoggio da Pd, M5s, Lega e Fdi. Contrari Fi, Ap e Sinistra italiana.
L'accelerazione consentirà al Pd di portare avanti la propria strategia: verificare rapidamente se c'è la possibilità di un accordo blindato sulla legge elettorale e, in caso contrario, di lasciar cadere il confronto per andare alle urne entro giugno con i due sistemi per Camera e Senato usciti dalle due sentenze della Corte Costituzionale.
Renzi: evitare vitalizi - “Votare nel 2017 o nel 2018 è lo stesso ma bisogna evitare che scattino i vitalizi perché sarebbe molto ingiusto verso i cittadini. Sarebbe assurdo”, ha fatto intanto sapere Matteo Renzi. L'obiettivo dell’ex premier resta il voto, ad aprile o più realisticamente a giugno. Il Pd, spiegano i parlamentari della maggioranza Dem, non può caricarsi da solo sulle spalle una manovra “pesante” in autunno. Bisogna dare la parola agli elettori: il leader Dem chiederà nelle urne un mandato forte per proseguire la battaglia in Europa e puntare ad abbassare le tasse. Ma su come andare al voto si è aperto un confronto che rischia di dilaniare il Pd.
Ipotesi scissione - Proprio in giornata l’ex segretario Pier Luigi Bersani a proposito della scissione del Partito democratico ha detto: “Non minaccio nulla e non garantisco nulla". A Matteo Renzi, ha aggiunto Bersani, "porrò delle questioni politiche e sentirò la risposta".
Bersani su scissione #Pd: "Non minaccio e non garantisco" https://t.co/Cj43QfFjBy #politica
— Sky TG24 (@SkyTG24) 31 gennaio 2017