L'ex sindaco torna sulla sconfitta al referendum e ammette: "Il caso Etruria ci è costato molto". Il leader di Forza Italia sulla legge elettorale: "Aspettiamo decisione Consulta"
La sconfitta al referendum "brucia, eccome", ammette Matteo Renzi che confessa, in una intervista a Repubblica di aver pensato "al ritiro", ma di essere anche pronto, ora, a ripartire dagli errori, e a rilanciare il Partito democratico.
Ripartire dal ballottaggio - "Credo nel Pd - dice - lo rilanceremo con facce nuove e valori forti". E sul voto: "Io non ho fretta, decidiamo quel che serve all'Italia, senza ansie ma anche senza replicare il 2013". Sulla riforma elettorale, in vista dell'avvio delle grandi manovre dopo la pronuncia della Consulta sull'Italicum del 24 gennaio, Renzi è chiarissimo: il ballottaggio "è il modo per evitare inciuci, governissimi e larghe intese che non servono al paese", oppure il Mattarellum. E soprattutto una netta predilezione per un sistema maggioritario in antitesi con il proporzionale preferito da Forza Italia.
"Il caso Etruria ci è costato molto" - "Il caso Etruria - ammette poi l'ex premier - ci è costato molto. Ma abbiamo fatto tutto quello che andava fatto. Abbiamo commissariato la banca, mandato a casa gli amministratori compreso il padre della Boschi, Etruria è l'unica banca sanzionata due volte, ci sono indagini della magistratura e ci saranno processi: vedremo chi sarà condannato e chi no". "Non vedo l'ora che parta la commissione di inchiesta per fare chiarezza sulle vere responsabilità, dai politici ai manager ai controllori istituzionali", ha aggiunto.
Quanto a Grillo, "vince se denuncia il male. Non se prova a cambiare. Quei ragazzi sono già divisi, si odiano tra gruppi dirigenti, fanno carte e firme false per farsi la guerra. Ma sono un algoritmo, non un partito".
Berlusconi: "Mi candido per vincere ma se nessuno ha 50% accordo" - E di elezioni parla anche Silvio Berlusconi. "Le cose non stanno così - dice al Corriere della Sera - Noi vogliamo il voto nel tempo più breve possibile", ma "è necessaria una legge elettorale che consenta, come ha detto il presidente Mattarella, di andare al voto con un sistema ordinato e razionale. Questo richiede dei tempi tecnici. Aspettiamo che la Corte Costituzionale si esprima sulla legge elettorale: indicherà criteri dei quali dovremo tenere conto"
"Se gli italiani non daranno più del 50% a un solo polo, sarà inevitabile accordarsi - aggiunge - Ma non è certo il nostro obbiettivo. Noi vogliano vincere da soli con il 51% e consideriamo un accordo con altre forze una soluzione residuale".