Dal '68 a Palazzo Chigi: chi è Paolo Gentiloni

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Le prime esperienze politiche al liceo, poi anni di collaborazioni giornalistiche e di lavoro al fianco di Francesco Rutelli. Ministro per le Comunicazioni con il secondo governo Prodi, ecco chi è il nuovo presidente del Consiglio. VIDEO

Una vita in politica, un carattere schivo e un'ascesa che lo ha portato a palazzo Chigi. Paolo Gentiloni, a 62 anni, l'11 dicembre, è diventato premier

 

Dagli antenati nobili agli anni '70 - I nomi del passato della sua famiglia sono illustri. Il premier discende da una casata di nobili di origini marchigiane e, fra i suoi antenati, compare quel Vincenzo Ottorino Gentiloni che è stato il promotore dell'omonimo "patto Gentiloni", quello che, nel 1913, segnò l'entrata in politica dei cattolici. Nato e cresciuto a Roma, il presidente del Consiglio ha studiato al liceo Tasso dove si è avvicinato al mondo politico (LA FOTOSTORIA). A 16 anni, nel 1970, ha deciso di partire per Milano senza avvisare i genitori, per partecipare al primo anniversario della strage di piazza Fontana. Da quel momento in poi, Gentiloni entrerà a far parte dei gruppi della sinistra extraparlamentare come il Movimento lavoratori per il Socialismo e il Partito di Unità Proletaria per il Comunismo.

 

Fra università e giornalismo - Dopo il diploma di maturità classica, il premier ha scelto di iscriversi alla facoltà di Scienze Politiche. Nel mentre coltivava una passione: quella per la scrittura. E, nei primi anni '80, ha avviato diverse collaborazioni giornalistiche: prima con la rivista pacifista "Guerra e pace" e poi con "Nuova Ecologia" che diventerà l'organo di stampa ufficiale di Legambiente e di cui Gentiloni assumerà la direzione nel 1984. Grazie alle collaborazioni sui giornali, nel 1990, ha ottenuto la tessera da giornalista professionista. 

 

I primi incarichi politici - Mentre lavorava a "Nuova Ecologia", il premier ha conosciuto Francesco Rutelli che, nel 1989, aveva fondato il partito dei Verdi Arcobaleno. Gentiloni ha affiancato Rutelli nella sua campagna per diventare sindaco di Roma, incarico che ha ricoperto dal 1993 al 2001. È stato il portavoce del primo cittadino finché lo stesso Rutelli non gli ha affidato il ruolo di assessore al Turismo e al Giubileo. Il sodalizio fra i due è continuato anche dopo l'esperienza romana e Gentiloni ha coordinato la campagna dell'Ulivo per le elezioni politiche del 2001, dove Rutelli è stato sconfitto da Silvio Berlusconi. 

 

Dall'elezione alla Camera fino alla sconfitta romana - La prima volta che Gentiloni è stato eletto alla Camera risale al 2001. In quell'occasione è diventato membro della commissione Trasporti, poste e telecomunicazioni e di quella sui Servizi radiotelevisivi. Poi, nel 2005, gli è stato affidato il ruolo di presidente della commissione bicamerale sulla vigilanza Rai. È l'inizio dell'ascesa: un anno dopo Gentiloni è ministro delle Comunicazioni nel secondo governo di Romano Prodi fino alla fine dell'esecutivo, nel 2008. Nel 2007, intanto, era diventato uno dei 45 politici fondatori del Partito Democratico. Fra di loro c'era anche Francesco Rutelli che però, nel 2009, aveva scelto di allontanarsi dal gruppo per fondare Alleanza per l'Italia. Gentiloni non l'ha seguito e, anzi, si è avvicinato sempre più a Matteo Renzi dandogli anche il suo sostegno durante le primarie del centro sinistra del 2012. Nel 2013, l'appoggio di Renzi è stato ricambiato: quando Gentiloni ha deciso di candidarsi come sindaco della Capitale i renziani lo hanno sostenuto durante le primarie. Ma il neo premier è arrivato terzo, dopo Ignazio Marino e David Sassoli. 

 

L'ascesa a palazzo Chigi - Passa un anno, e Gentiloni è di nuovo ministro, questa volta per il governo Renzi. L'ex presidente del Consiglio l'ha individuato per affidargli il ministero che in origine era di Federica Mogherini, quello degli Esteri. Ma l'italiana è stata scelta da Bruxelles per ricoprire il ruolo di Alto rappresentante dell'Unione europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza. E, dall'1 novembre 2014, la sua carica in Italia è passata a Gentiloni. Poco più di due anni dopo, la svolta: con le dimissioni di Matteo Renzi per la vittoria del "No" al referendum costituzionale, il capo della Farnesina diventa premier. Un incarico che lui stesso, nell'accettarlo, ha definito "un alto onore" che cercherà "di svolgere con dignità e responsabilità". Perché, come ha ricordato, "ci sono molte difficoltà, ma abbiamo molte, molte risorse".

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