L'Authority risponde al deputato del Movimento Cinque Stelle, Alessandro Di Battista, che aveva sollecitato un pronunciamento sulla vicenda del salvataggio della banca
Il ministro Maria Elena Boschi non ha alcun conflitto di interessi sulla vicenda del salvataggio della Banca Etruria. A sostenerlo è l'Antitrust, riferiscono fonti qualificate dell'Authority, in una risposta al deputato del Movimento Cinque Stelle Alessandro Di Battista, che aveva sollecitato un pronunciamento sulla vicenda.
Conflitto di interessi - L'Antitrust valuta questa questione in base alle legge Frattini del 2004, la numero 215: in particolare l'articolo 3 prevede che sussiste una situazione di conflitto di interessi "quando il titolare di cariche di governo partecipa all'adozione di un atto, anche formulando la proposta, o omette un atto dovuto, trovandosi in situazione di incompatibilità ai sensi dell'articolo 2, comma 1, ovvero quando l'atto o l'omissione ha un'incidenza specifica e preferenziale sul patrimonio del titolare, del coniuge o dei parenti entro il secondo grado, ovvero delle imprese o società da essi controllate, secondo quando previsto dall'articolo 7 della legge 10 ottobre 1990, n. 287, con danno per l'interesse pubblico".
L'Antitrust ha verificato che "non sussiste alcuna circostanza in basa alla quale il ministro abbia partecipato all'adozione di alcun atto con danno dell'interesse pubblico".
Boschi non era presente all'approvazione del salvabanche - L'Autorità ha inoltre ricevuto specifiche in cui si conferma che il ministro Boschi non era presenta alla seduta in cui fu approvato il decreto legge del 20 gennaio 2015 (misure urgenti per il sistema bancario e investimenti). Inoltre Boschi non era presente all'approvazione del decreto del 22 novembre 2015 - numero 183, il cosiddetto salva banche (disposizioni urgenti per il settore creditizio).
Infine c'è un terzo decreto pubblicato sulla gazzetta del 16 novembre 2015, il numero 180. Prima della pubblicazione ci sono state tre sedute del Consiglio dei ministri: una il 10 settembre del 2015 in cui la Boschi c'era ma fu approvato solo lo schema preliminare del decreto che fu poi mandato alle commissioni parlamentari per il parere. Il ministro non era invece presente né il 6 e né il 13 novembre giorni nei quali il provvedimento fu esaminato nel merito e poi approvato.