Tronca si insedia in Campidoglio: "Guidare Roma è una sfida"

Politica

Il neocommissario è entrato in carica nella Capitale. Nel suo primo giorno ha incontrato anche il Papa da cui ha ricevuto "parole che danno la forza di andare avanti". Intanto, l'imprenditore Marchini conferma l'intenzione di candidarsi come esponente della sua lista civica, ma non chiude a Forza Italia. Il vicesegretario dem Guerini: "Prematuro dire se ci saranno primarie"

Mentre a Milano cala il sipario sull'Expo, a Roma prende forma la nuova fase del dopo-Marino. A guidarla il prefetto del capoluogo lombardo, Paolo Tronca, che a Roma ha ricevuto dal prefetto Franco Gabrielli la notifica del nuovo incarico dopo le dimissioni dei 26 consiglieri comunali che hanno segnato la fine del mandato di Ignazio Marino. Tronca e Gabrielli hanno già parlato della squadra da mettere in campo per l'amministrazione della Capitale e per affrontare l'appuntamento del Giubileo.

Il primo impegno del neocommissario - Il neocommissario si è quindi insediato e ha passato più di tre ore a Palazzo Senatorio. “Ho dato un'occhiata alle priorità. E ora le metabolizzo”, ha detto uscendo dal Campidoglio. Poi via verso il primo impegno pubblico: la messa di Papa Francesco al cimitero del Verano per la festa di Ognissanti. Il Pontefice “mi ha rivolto delle bellissime parole di benvenuto che mi danno forza per andare avanti", ha detto Tronca dopo la messa. E rispondendo a chi gli chiedeva come si sentisse nel suo nuovo incarico: “È una sfida, vedremo che riusciremo a fare”.

 


L'incoraggiamento di Renzi - "Bisogna prendere il meglio dell'esperienza di Expo e adattarla a una realtà che è diversa", aveva detto ieri Tronca. Ha ricevuto anche l'incoraggiamento e l'apprezzamento di Renzi, che nelle ore scorse è tornato sulla vicenda della Capitale: "Una città o funziona o non funziona, se non funziona bisogna prenderne atto".  "Il presidente del Consiglio conferma di avere un'idea sommaria e insufficiente della situazione di Roma", aveva replicato l'ex sindaco Ignazio Marino.  

 

Marchini: "Correrò col mio simbolo" - Intanto i partiti e i candidati si preparano alle prossime elezioni. "Berlusconi ha detto che mi voterebbe, ma io correrò con il mio simbolo", dice Alfio Marchini, in corsa per il Campidoglio alle scorse elezioni e tra i 26 consiglieri comunali che venerdì si sono dimessi decretando la fine del governo Marino, in un'intervista al Corriere della Sera e in un colloquio con Repubblica.
"Non criminalizzo i partiti ma hanno avuto mille occasioni e hanno fallito. Venerdì a Roma è iniziata una nuova stagione politica", dice anche se non chiude ai voti di Forza Italia. Con Renzi non ha parlato, aggiunge, nonostante le "fantasiose ricostruzioni di trattative notturne prima di venerdì".

 

Guerini: "Prematuro dire se ci saranno primarie" - Alle accuse di Marino, che aveva parlato di un unico mandante per la sua caduta, replica invece il vicesegretario democratico Lorenzo Guerini: "Nessun mandante perché non c'è stata nessuna congiura", dice al Messaggero, sottolineando che l'ex sindaco "soprattutto nell'ultimo mese, ha commesso errori che hanno determinato il precipitare della situazione". Quanto alle primarie, ora è "prematuro" dire se ci saranno.

 

M5S: "Vinceremo sicuramente a Roma" - E anche il Movimento 5 stelle si prepara per le elezioni.  Paola Taverna si dice convinta "sicuramente di vincere a Roma", "vogliamo governarla con onestà e trasparenza". L'esponente Cinque stelle sostiene poi che il Giubileo "sarà solo una scusa per ritardare le elezioni" ed esclude "in maniera categorica" che Alessandro Di Battista possa essere candidato alle Comunali, ma ribadisce che il nome designato sarà comunque un iscritto al Movimento 5 stelle, scelto dalle primarie online.

 

L'uscita di scena di Marino innesca la corsa al toto sindaco


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