Raid in Iraq, Gentiloni: "Nessuna decisione". Pinotti: "Valutiamo nuovi ruoli per i nostri aerei"

Politica

Il ministro degli Esteri in audizione al Senato dopo la notizia del possibile coinvolgimento dei nostri Tornado nelle azioni militari contro l’Isis: "C’è una discussione tra gli alleati". Il ministro della Difesa: "E' scontato che il governo riferirà in Parlamento"

"La situazione in Iraq è aperta, c'è una discussione tra gli alleati sul modo migliore per partecipare all'operazione ma una cosa è certa: l'Italia non ha preso nuove decisioni sull'utilizzo dei nostri aerei e se dovesse prenderle il governo non lo farebbe di nascosto ma coinvolgerebbe come è ovvio e doveroso il Parlamento”. Lo ha detto il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni in audizione al Senato dopo la notizia pubblicata dal Corriere della Sera circa il coinvolgimento dei nostri Tornado nelle azioni militari contro l’Isis.

Pinotti: "Valutiamo nuovi ruoli" - “E' scontato che il governo riferirà al Parlamento”, ribadisce anche il ministro della Difesa Roberta Pinotti in audizione al Senato, sottolineando che "in base alle esigenze della coalizione, si stanno valutando possibili, ulteriori, ruoli per i velivoli in teatro". Valutazioni che verranno definite quando dalle autorità locali arriveranno "ulteriori informazioni".


"Necessità di fare di più"
- Il titolare della Difesa ha poi confermato la volontà di "incrementare il numero di carabinieri" impegnati nell'addestramento delle forze di polizia locali, soprattutto per controllare meglio le zone strappate all'Isis, e riferito di una richiesta del governo iracheno affinché l'Italia fornisca "equipaggiamenti per la protezione individuale Nbc" per far fronte ad eventuali attacchi con armi chimiche da parte dei terroristi dello stato islamico. "Facciamo molto" nella coalizione che combatte l'Isis, ha detto Pinotti, "ma siamo consapevoli della necessità di fare di più laddove sono in gioco gli interessi della comunità internazionale".

Polemiche M5S-Mattarella – Sulla questione non sono mancate le polemiche politiche. "L'Italia non può entrare in guerra senza che prima non ci sia stato un dibattito parlamentare, un'approvazione da parte del Parlamento e un'approvazione da parte del Presidente della Repubblica. Mattarella dove sei? Pacifisti con le bandiere arcobaleno dove siete finiti?”, ha scritto crive Beppe Grillo sul suo blog. La risposta del presidente della Repubblica, indiretta, è arrivata in un’intervista all’agenzia russa Tass. Per sconfiggere “il terrorismo fondamentalista", ha detto Mattarella, è “necessaria la collaborazione di tutti. Iniziative unilaterali non riescono a risolvere e affrontare adeguatamente il problema. Occorre una collaborazione internazionale con strategie e azioni comuni”.

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