È morto Pietro Ingrao, uno dei padri della Repubblica

Politica
Ingrao (in piedi) con accanto Berlinguer (Fotogramma)
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Storico esponente del Pci e presidente della Camera dal '76 al '79, aveva compiuto 100 anni lo scorso 30 marzo. Cordoglio unanime del mondo politico

È morto a Roma Pietro Ingrao, uno dei padri della sinistra italiana, storico dirigente del Pci e ex presidente della Camera. Ingrao aveva compiuto 100 anni il 30 marzo scorso.

 

Renzi: testimone scomodo e lucido del Novecento - "Con Pietro Ingrao scompare uno dei protagonisti della storia della sinistra italiana" dice il presidente del Consiglio Matteo Renzi. "A tutti noi mancherà la sua passione, la sua sobrietà, il suo sguardo, la sua inquietudine che ne hanno fatto uno dei testimoni più scomodi e lucidi del Novecento, della sinistra, del nostro Paese", conclude il premier. Tutto il mondo politico piange ora la morte del grande protagonista della storia politica del nostro paese.

 





 

 

"La certezza del dubbio" -  Ricordato anche come il fondatore della "certezza del dubbio", fu celebre il passaggio di uno dei suoi discorsi, a proposito della drammatica repressione della rivolta ungherese nel 1956: "Non sarei sincero se dicessi a voi che sono rimasto persuaso...". Non era una sconfessione, ma piuttosto l'acuto invito a considerare il dubbio non come un ostacolo o un impedimento a rinnovarsi, quanto la chiave di volta del pensiero politico e della modernità. Concetto 'sposato' da molti intellettuali e politici del nostro tempo.

Uno dei padri della Repubblica - L'ingresso di Ingrao nel mondo della politica risale al 1936, quando l'aggressione franchista alla Repubblica spagnola lo induce a intensificare i suoi contatti con altri giovani antifascisti. Dopo un periodo in clandestinità, nel 1947 viene nominato direttore dell'Unità, carica che ricoprirà fino al 1956. Nel 1948 entra nel comitato centrale del Pci e viene eletto deputato per la prima volta: sarà rieletto per dieci legislature consecutive. Fu lui, nel 1992, a chiedere di non essere ricandidato più.

 

 

In prima linea durante il sequestro Moro - Per 10 anni, dal 1956 al 1966, fece parte della segreteria Pci e diventò punto di riferimento per l'ala sinistra del Pci e per chi voleva rifondare l'identità comunista rompendo con lo stalinismo. Nel 1968, viene eletto presidente del gruppo parlamentare comunista alla Camera e nel 1976 viene eletto presidente. Vive così in prima linea i giorni drammatici del sequestro Moro, ma nel '79 chiede di essere sollevato dell'incarico. Nel 1991 aderisce poi al Pds, ma abbandona il partito nel 1993, aderendo a Rifondazione Comunista cui rimarrà iscritto fino al 2008.

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