Riforme, minoranza Pd lascia il tavolo. Boschi: "Continuiamo a lavorare per un'intesa"

Politica

La senatrice dem Doris Lo Moro motiva la scelta di lasciare la riunione di partito parlando di un binario morto. Secondo indiscrezioni la maggioranza starebbe pensando di andare con il ddl subito in Aula. Finocchiaro: “Inammissibili emendamenti all’articolo 2”. Bindi: “Senato elettivo condizione irrinunciabile”. Bersani: "Ad ora va male, speriamo si aggiusti". Palazzo Madama ha fissato la conferenza dei capigruppo mercoledì pomeriggio

Dopo una settimana di riunioni, la tregua nel Pd sulla riforma costituzionale è saltata e la minoranza dem ha lasciato il tavolo che doveva servire a trovare un'intesa prima della prossima votazione a Palazzo Madama sul testo. Ma il ministro per le Riforme Maria Elena Boschi rassicura: “Continuiamo a lavorare per un’intesa”. La maggioranza comunque corre ai ripari. Secondo indiscrezioni su input di Palazzo Chigi, il Pd vorrebbe chiedere al presidente Grasso nella prossima capigruppo al Senato, fissata per mercoledì alle ore 15, di calendarizzare il ddl riforme. L’ipotesi, insomma, è quella di un ddl subito in Aula e senza relatore, senza concludere il lavoro della commissione.

A quel punto spetterà al presidente Piero Grasso pronunciarsi. Dichiarare o meno ammissibili gli  emendamenti al ddl Boschi, nello specifico quelli all'art.2, l’articolo sull’elettività del Senato al centro del dibattito e delle polemiche.  

 

Finocchiaro: “Emendamenti inammissibili” - Il governo si presenterà davanti a Grasso forte di un punto fermo. Oggi in commissione Affari costituzionali, in anticipo rispetto ai tempi previsti, la presidente Anna Finocchiaro ha infatti dichiarato inammissibili gli emendamenti alle riforme. E se Grasso, invece, decidesse di adottare una linea diversa, il governo si sta attrezzando per la 'conta' in Aula.

E sui numeri interviene anche Forza Italia: “Spero che facciano bene i conti" osserva il capogruppo FI al Senato, Paolo Romani.

 

Lo Moro lascia il tavolo. Boschi: “Andiamo avanti” - Doris Lo Moro della minoranza dem, la senatrice che ha fisicamente lasciato il tavolo, spiega la sua decisione parlando di un 'binario morto': non si discute di articolo 2 né di competenze, funzioni e garanzie del nuovo Senato.

Il ministro per le Riforme e i Rapporti con il Parlamento Maria Elenza Boschi resta ferma: "Noi continuiamo a lavorare a un accordo. Dispiace per chi lascia il tavolo" quando si sta lavorando a un’intesa.

E sul tema interviene anche il premier Renzi che ribadisce: “Entro il 15 ottobre la legge di stabilità deve essere presentata in Senato e questo rende anche ragione della data del 15 ottobre per la conclusione delle riforme".

 

Bindi: “Senato elettivo irrinunciabile”. Bersani: "Ad ora va male, speriamo si aggiusti" – Al centro delle tensioni l’articolo 2, che stabilisce che i senatori non saranno più eletti direttamente dai cittadini ma verranno indicati dai consigli regionali. L'elezione diretta è "condizione irrinunciabile" per votare la riforma del Senato, ribadisce oggi l'esponente della minoranza Pd, Rosy Bindi.
Sulle difficoltà interne al Pd interviene anche Pier Luigi Bersani. "La trattativa sul Senato? Sin qui non è andata bene, speriamo si aggiusti all'ultimo momento" dice intervistato da Giovanni Floris a Di Martedì. E ricorda: "C'è un gruppo di senatori che dice che in questo modo viene fuori un Parlamento fatto con l'80% di nominati o scelti a tavolino e ritiene che questa cosa vada corretta. Certo - aggiunge l'ex segretario del Pd - se mi danno una legge elettorale potabile allora possiamo ridiscuterne".

 

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