Renzi: "Prossimo anno togliamo Tasi e Imu per tutti"

Politica
Il premier Matteo Renzi a Pesaro (Ansa)

Dopo la pausa estiva il premier interviene a Pesaro e al Meeting di Cl a Rimini. Sul tema immigrazione: "L'Europa guarda in maniera strabica verso il Sud del mondo". Poi lancia un messaggio di ottimismo: "L'Italia può essere terra di opportunità e non di rimpianti". Tensione a L'Aquila prima del suo arrivo

Le riforme, l'immigrazione, la politica estera, l'Expo e la ripresa economica. E' un Matteo Renzi a tutto campo quello che torna a parlare prima a Rimini e poi a Pesaro dopo la pausa estiva. Annunciando nuovi provvedimenti. In serata, all'Aquila, ultima tappa giornaliera, prima dell'arrivo del premier si sono registrati momenti di tensione tra manifestanti e forze dell'ordine.

 

"Il prossimo anno togliamo Tasi e Imu per tutti. Non è possibile continuare questo giochino", dice il premier da Pesaro. Poi parla della ripresa economica:  "Ad agosto ho visto grandi polemiche sul Pil che cresce poco. Per mesi siamo stati in una situazione di difficoltà del Pil e ora che torna a crescere i giornali dicono: 'cresce poco'. E' chiaro che l'0,5 non basta ma, guardando, i numeri stanno cambiando". 

 

Una battuta infine sull'Expo: "Il noto statista Beppe Grillo diceva questo dell'Expo: chi ci andrà a Rho? Se aprite i giornali oggi scoprite che c'è chi non riesce ad entrare per le persone che sono in fila". "Ad oggi siamo a 11 milioni e mezzo di visitatori, ma non ditelo a Grillo perché ci resta male". E sui centinaia di migliaia di emendamenti annunciati in vista del rush finale della riforma spiega: "Ci portano mezzo milione di emendamenti? Una risata li seppellirà. Te c'hai la tigna? - si chiede ironicamente. Ma noi ce l'abbiamo più  di te. Non ci facciamo bloccare dallo spauracchio degli emendamenti. Non ci faremo fermare da qualche cultore del blocco".

 

L'intervento al meeting di Cl - Poco prima, il premier era intervenuto al meeting di Comunione e liberazione, parlando principalmente di temi di politica estera. "Quando parliamo di Mediterraneo non parliamo di frontiera Ue ma del suo cuore". Prima di aggiungere: "Quando parliamo di strategia per l'Ue forse si sono persi vent'anni, non c'è stata sufficiente attenzione della politica nel considerare il Mediterraneo il cuore del dibattito Ue". Il Vecchio Continente, ha detto, "è cresciuto nei numeri e nei poteri ma ancora guarda in maniera strabica verso il Mediterraneo e i Sud del mondo". "Noi prima salviamo vite umane anche a costo di perdere voti. E' una questione di civiltà".

 

 

 

"Una stella polare: gli Usa" - Il premier ha criticato poi un'Europa "cresciuta nei numeri e nei poteri" ma che "ancora guarda in maniera strabica verso il Mediterraneo e i Sud del mondo. "Pensare di costruirla contro la Russia è un errore tragico. Le radici culturali che ci legano sono immensamente superiori alle cose che ci dividono". "Abbiamo una stella polare - insiste poi Renzi parlando di temi di politica estera -  che sono gli Usa. Non credo ad una equidistanza dell'Italia nel mondo internazionale, credo nell'Italia come portatrice di dialogo". 

 

"Italicum rivoluzione" - Spazio poi ai temi di politica interna. "Il tentativo che stiamo facendo con le riforme - ha detto il premier - è di fare ripartire l'Italia dopo vent'anni in cui è stato premuto il tasto 'pausa'". Ma le riforme, ha aggiunto Renzi, "sono solo la premessa, sono solo il primo tassello, il primo passo" e non sarà semplicemente con loro che l'Italia ritroverà la propria identità.

"Non mi sono candidato al Parlamento - ha spiegato - perché il sistema non prevede la corrispondenza tra chi si candida e chi guida il paese. La legge elettorale è il primo tassello per riuscire finalmente a governare e non difendersi dagli assalti della minoranza o dell'opposizione. E' una rivoluzione". 

"L'Italia - ha detto Renzi -  in questi 20 anni ha trasformato la Seconda Repubblica in una rissa permanente ideologica che ha smarrito il bene comune e mentre il mondo correva è rimasta ferma in discussioni sterili interne". "Io credo che il berlusconismo e per certi versi anche l'antiberlusconismo hanno messo il tasto 'pausa' al dibattito italiano e abbiamo perso occasioni clamorose. Ora il nostro compito è di rimetterci a correre".

 

 

"Non volevo venire per strumentalizzazioni" - Il premier ammette poi che non avrebbe voluto partecipare: "Qualche mio predecessore ha usato il Meeting per questioni politiche, altri per questioni legate all'industria. A me non andava di trovare domani i titoli". Poi lancia un messaggio di ottimismo: "C'è una grande possibilità che si apre per l'Italia: essere terra di opportunità e non di rimpianti. Se l'Italia insiste nel suo racconto di negatività, non è l'Italia a perdere qualcosa, ma il mondo". Siamo di fronte a un bivio: l'Italia deve tornare a fare l'Italia e allora c'è spazio per uscire dalla crisi".

 

Tensione in Abruzzo - Ultima tappa di giornata per il premier all'Aquila, in Abruzzo, dove prima dell'arrivo di Renzi un folto gruppo di manifestanti ha forzato i posti di blocco e ci sono stati momenti di tensione con le forze dell'ordine. I tafferugli hanno convinto lo staff del presidente del Consiglio ad annullare la prima tappa della visita, prevista nella nuova sede del Comune.

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