Il premier, arrivato a sorpresa alla Festa dell’Unità di Castelgrande (Reggio Emilia), manda un messaggio di fermezza. “FI ha votato il testo in prima lettura con Romani. Poi è arrivato Brunetta. Se ci staranno bene altrimenti faremo senza di loro”. Poi su Facebook: "Teniamo botta, no dibattiti autoreferenziali"
"La riforma naturalmente andrà avanti, vediamo se riusciamo a coinvolgere più partiti possibili". Matteo Renzi tiene la barra dritta: la riforma del Senato si farà. Arrivato a sorpresa alla Festa dell'Unità di Castelgrande, in provincia di Reggio Emilia, il premier manda un messaggio di fermezza e gela le aspettative di Berlusconi: "Forza Italia ?- ricorda - ha votato questa riforma in prima lettura al Senato con Romani poi è arrivato Brunetta e ha cambiato idea. Se ci staranno bene se non ci staranno faremo senza di loro". E oggi su Facebook, postando le foto della serata, aggiunge: "Quest'Italia ha voglia di futuro, non della palude degli ultimi anni. La frase ripetuta ieri come un mantra era 'tien bota', tieni botta. Certo che teniamo botta. Questo paese non merita dibattiti autoreferenziali ma entusiasmo e coraggio. Noi ci siamo".
Ma il cammino del disegno di legge che rivoluziona il sistema parlamentare italiano potrebbe comolicarsi. Nel Pd la tensione tra maggioranza renziana e minoranza di sinistra resta alta. Nel frattempo un nuovo tassello si potrebbe dover incastrare nel puzzle della ricerca dei voti per far passare il ddl a Palazzo Madama: si chiama riforma della Giustizia e si declina con la riforma del processo penale che riparte a settembre. Indiscrezioni rilanciate dal Corriere della Sera parlano di un Cavaliere intenzionato a mettere sul tavolo di un accordo con il Pd per la riforma del Senato una revisione delle questioni che più stanno a cuore agli azzurri, a partire dalle intercettazioni. Sono indiscrezioni, ma che la tentazione sia aperta lo conferma una dichiarazione del senatore azzurro Lucio Malan che precisa: "Niente scambi ma buone riforme: sulla giustizia e sul Senato". "Serve un sistema che funzioni, che non penalizzi gli innocenti e che non consenta che le intercettazioni vadano a finire sui giornali", spiega.