Dopo i nuovi arresti le opposizioni chiedono un passo indietro del sindaco. Ma lui si difende: "Nessuno dei miei è coinvolto". Il Pd: "La sua amministrazione baluardo di legalità". Renzi: "Chi viola le regole paga"
#MarinoDimettiti per amore di Roma e rispetto dei cittadini
— Beppe Grillo (@beppe_grillo) 4 Giugno 2015
Di Maio: "Ora tocca a noi governare" - In una conferenza stampa convocata a Montecitorio, il vicepresidente della Camera, il pentastellato Luigi di Maio, chiede che Matteo Orfini (responsabile del Pd a Roma) e Ignazio Marino si dimettano. "Nel Pd c'è un gruppo dirigente pericoloso per le casse dello Stato e per i cittadini" denuncia il vicepresidente della Camera. "Noi del M5S - rivendica Di Maio - non abbiamo né indagati né condannati e non perché arriviamo da Marte, semplicemente abbiamo delle regole". E poi chiede di "governare Roma. Ora noi vogliamo un'opportunità perché queste mani, mani pulite, governino Roma, soprattutto alla vigilia del Giubileo", Rincara la dose Roberta Lombardi, secondo cui "Orfini o ci è o ci fa, o è cretino o è colluso, visto che ha dato fiducia a questa gente qui per continuare a governare".
Mafia Capitale, altri 44 ARRESTI per business degli #IMMIGRATI. Fermare subito partenze e sbarchi, bloccare tutti gli appalti! #Salvini
— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) 4 Giugno 2015
Salvini: "Marino si dimetta" - Richiesta di dimissioni anche dalla Lega Nord, con Matteo Salvini secondo cui "Marino deve dimettersi subito, tornando al voto al più presto, ma il governo dovrebbe rispondere". "C'è un'interrogazione parlamentare della Lega del dicembre scorso sul centro immigrati di Mineo - prosegue Salvini - adesso emergono porcherie proprio su quel centro. Marino a casa e il governo risponda in Aula". Che poi annuncia: "Se si torna alle elezioni NoiConSalvini ci sarà certamente per le elezioni al Comune di Roma. E' la gente che ci chiama".
Marino: "Stiamo conducendo un conflitto epocale" - Ma Ignazio Marino, non sembra intenzionato a mollare. "Dimissioni? Continuiamo in questo modo. Stiamo cambiando tutto" afferma e aggiunge che "non c'è nessun personaggio della mia giunta" fra gli arrestati. Il sindaco quindi spiega che "il Pd è il popolo delle persone perbene, il popolo che mi ha eletto e mi sostiene. E' il popolo che in questa città sta comprendendo quale conflitto epocale stiamo conducendo". "La linea amministrativa che abbiamo assunto in questi due anni di governo sta dimostrando che veramente, come avevo promesso in campagna elettorale, stiamo cambiando tutto" aggiunge poi.
Orfini: "Marino vada avanti, faremo intervenire il Copasir" - A sostenere Marino è il Pd, con Matteo Orfini secondo cui "non ci siano le condizioni per sciogliere il Comune di Roma, perché questo significherebbe andare incontro alle richieste della criminalità". Il commissario del partito nella Capitale riconosce poi nelle giunte di Marino e Zingaretti "baluardi di legalità", che annuncia poi l'intenzione di rivolgersi al Copasir "per capire come i servizi segreti non si siano accorti di cosa stesse facendo una persona a loro evidentemente nota come Carminati" e di come "abbia potuto costruire un sistema criminale di tale entità".
Renzi: "Chi ha violato le regole paghi" - Solo una battuta, invece da Matteo Renzi che, nel corso dell'incontro con la presidente cilena Bachelet ricorda che "un Paese solido è quello che combatte la corruzione come sta avvenendo in Italia con decisione e forza, mandando chi ruba in galera, perché è giusto che chi ha violato le regole paghi tutto e fino all'ultimo giorno".
Segretario della Cei: "Sfruttano la povera gente" - Ma l'indignazione per quanto scoperto dagli inquirenti arriva anche oltre Tevere, con il segretario generale della Cei, monsignor Nunzio Galantino, secondo cui "questa gente vede negli immigrati solo povera gente da sfruttare, numeri su cui lucrare e con cui fare i propri comodi, e questo non è solo peccato, 50mila volte più peccato, ma è anche un gesto d'inciviltà, anzi, questa è prima di tutto inciviltà". Invocando "massima fermezza" nel punire i responsabili, Galantino ha sottolineato come questo non voglia dire "metterci contro qualcuno, ma scegliere di metterci accanto a storie, persone, sogni e desideri veri, purtroppo sporcati dall'egoismo delle nazioni e da gente che, anche qui in Italia, parla solo alla pancia", ha concluso il segretario della Cei.