Il candidato del centrosinistra in Campania giudica ininfluente la decisione della Suprema Corte che sposta dal tribunale amministrativo a quello ordinario la decisione sulla decadenza. E aggiunge: "Per Renzi è un problema superabile"
"Non cambia assolutamente nulla, cambia solo il tribunale, si passa dal Tar al tribunale civile". A dirlo a Salerno è il candidato del centrosinistra alla regionali, Vincenzo De Luca, riferendosi alla sentenza, non ancora depositata ma anticipata da indiscrezioni di stampa, della Corte di Cassazione che assegnerebbe la competenza in materia di ricorsi contro l'applicazione della legge Severino alla magistratura ordinaria anziché alla giustizia amministrativa. De Luca ha poi ricordato come il presidente del Consiglio Renzi ha definito "superabile" le questioni sollevate dall'applicazione della legge Severino. Per il candidato alla guida della regione Campania, che ha partecipato all'avvio dei lavori per il completamento di piazza della Libertà, l'unica cosa da temere è "l'imbecillità che caratterizza tante volte il dibattito pubblico del nostro Paese".
I rischi per De Luca - Se la Suprema Corte affiderà al tribunale ordinario l'ultima parola sull'applicazione della Severino, De Luca potrebbe avere la strada in salita per insediarsi nel nuovo incarico, nel caso venisse eletto. Potrebbe dover 'scontare' diciotto mesi di purgatorio 'severiniano'. La giustizia ordinaria, infatti, agisce su tempi che sono più lunghi di quelli della giustizia amministrativa.
"Temo solo l'imbecillità" - "L'imbecillità - ribadisce De Luca - questa è l'unica cosa da temere. Ma vedrete che alla fine riusciremo ad acquisire persino una cosa straordinaria e cioè la convinzione che sono i cittadini e gli elettori che decidono chi deve governare le istituzioni". Poi, in una nota, aggiunge: "Sulla base delle anticipazioni di una pronuncia della Cassazione, peraltro ancora non conosciuta, si è sviluppato un altro episodio della strategia della 'confusione'. Hanno paura di perdere. Sono alla disperazione". Se la Cassazione stabilisce che la competenza, in merito alla Severino, è del tribunale ordinario, piuttosto che del Tar, "per noi non cambia assolutamente nulla ripete - tutto come prima. In casi precedenti, i giudici ordinari e quelli amministrativi sono arrivati alle stesse conclusioni, garantendo pienamente l'esercizio delle cariche pubbliche".
I rischi per De Luca - Se la Suprema Corte affiderà al tribunale ordinario l'ultima parola sull'applicazione della Severino, De Luca potrebbe avere la strada in salita per insediarsi nel nuovo incarico, nel caso venisse eletto. Potrebbe dover 'scontare' diciotto mesi di purgatorio 'severiniano'. La giustizia ordinaria, infatti, agisce su tempi che sono più lunghi di quelli della giustizia amministrativa.
"Temo solo l'imbecillità" - "L'imbecillità - ribadisce De Luca - questa è l'unica cosa da temere. Ma vedrete che alla fine riusciremo ad acquisire persino una cosa straordinaria e cioè la convinzione che sono i cittadini e gli elettori che decidono chi deve governare le istituzioni". Poi, in una nota, aggiunge: "Sulla base delle anticipazioni di una pronuncia della Cassazione, peraltro ancora non conosciuta, si è sviluppato un altro episodio della strategia della 'confusione'. Hanno paura di perdere. Sono alla disperazione". Se la Cassazione stabilisce che la competenza, in merito alla Severino, è del tribunale ordinario, piuttosto che del Tar, "per noi non cambia assolutamente nulla ripete - tutto come prima. In casi precedenti, i giudici ordinari e quelli amministrativi sono arrivati alle stesse conclusioni, garantendo pienamente l'esercizio delle cariche pubbliche".