Approvato il Def, Renzi: "E' finito il tempo delle tasse"

Politica

Il premier dopo il Cdm: "Dobbiamo far sì che i sacrifici non li facciano più i cittadini, ma qualche politico o amministratore". Sul bonus da 1,6 miliardi: "Decideremo nelle prossime settimane se e come usarlo in base alle priorità"

“Non ci sono tasse nuove, anzi è finito il tempo delle tasse da aumentare. E' un punto fondamentale, chiaro, centrale per il paese. Dobbiamo far sì che i sacrifici non li facciano più i cittadini, semmai qualche politico o amministratore a vari livelli". Così il premier Matteo Renzi al termine del Cdm che ha approvato il Def, il documento di economia e finanza che era stato presentato qualche giorno fa e che ora passa all'esame delle Camere.

Il bonus c'è
- Confermato il bonus da 1,6 miliardi, ma il presidente del Consiglio ha spiegato che il suo utilizzo sarà verificato nelle prossime settimane: "Non c'è da chiedere soldi, non c'è da mettere tasse: decideremo nelle prossime settimane se e come utilizzare il bonus sulla base delle priorità". "Non è il Def il luogo dove si decide come usare gli 1,6 miliardi", ha aggiunto Renzi, "lo verificheremo nelle prossime settimane".

I numeri del Def

Tra dieci giorni i primi decreti attuativi - "Il 21 aprile prossimo arriverà in Consiglio dei ministri una parte dei decreti attuativi della delega fiscale", ha quindi annunciato Renzi, spiegando poi che "l'ultima botta sarà fatta poi a metà giugno".

Il comunicato di Palazzo Chigi - Il Def "disegna un netto cambiamento di marcia nella situazione economica e finanziaria del Paese con il prodotto interno lordo che nel 2015 diventa positivo (+0,7%) dopo tre anni di recessione e imposta una politica economica a supporto di una crescita più sostenuta nel triennio successivo", si legge nel comunicato di Palazzo Chigi.
Che disegna poi gli obiettivi della politica economica del governo: "Sostenere la ripresa economica evitando aumenti del prelievo fiscale e allo stesso tempo rilanciando gli investimenti; avviare il debito pubblico (in rapporto al Pil) su un percorso di riduzione, consolidando così la fiducia del mercati e riducendo la spesa per interessi; favorire gli investimenti e le iniziative per consentire un deciso recupero dell'occupazione nel prossimo triennio".

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