Le pene per le società non quotate andranno da 1 a 5 anni, da 3 a 8 per le quotate. Nei reati contro la PA, per chiedere un patteggiamento, si dovrà prima aver restituito il maltolto. Pene più severe per l'associazione mafiosa. VIDEO
Nella versione del Senato, il disegno di legge anticorruzione ha i bulloni più stretti, su alcune norme. Ma allentati su altre.
Falso in bilancio - Sul falso in bilancio, per esempio, la mediazione ha portato il ministro Orlando a rendere meno aspre le pene per le società non quotate. Andranno da 1 a 5 anni. Non sarà dunque possibile utilizzare intercettazioni. Il reato, di pericolo, sarà perseguibile però d'ufficio, non più a querela di parte. Per le società quotate le pene andranno da un minimo di 3 ad un massimo di 8 anni. Per le piccole imprese si andrà da un minimo di 6 mesi ad un massimo di 3 anni.
Reati di mafia - Dove la mano dello Stato si fa più pesante sono i reati di mafia. Aumentano infatti le pene per il 416 bis e la corruzione. Per chi fa parte di una associazione mafiosa formata da 3 o più persone viene prevista la reclusione da 10 a 15 anni ( attualmente va dai 7 ai 12). Le pene crescono per i promotori e gli organizzatori che dirigono l'associazione. Da 12 a 18 anni di reclusione previsti nel Ddl, mentre ora si va dai 9 ai 14.
Anac - Aumentano anche il peso dell'Anac, l'autorità nazionale anti corruzione. Dopo l'approvazione del Ddl, i magistrati inquirenti saranno tenuti per legge ad avvisare per legge il presidente dell'authority. Quando esistono controversie sull'affidamento dei lavori pubblici, e nel momento in cui esercitano l'azione penale con una richiesta di rinvio a giudizio. L'autorità potrà poi intervenire anche sui contratti d'appalto segretati.
Pubblica amministrazione - Novità anche per quanto riguarda la corruzione nella pubblica amministrazione. Condizione preventiva per poter richiedere un patteggiamento, sarà la restituzione integrale del prezzo o del profitto del reato corruttivo. Questo varrà per alcuni dei principali reati contro lo Stato.
Nello stesso solco, la norma sulla condizionale. Per ottenere la sospensione della pena, bisognerà aver provveduto al risarcimento della pubblica amministrazione, alla quale dovrà essere restituito quanto ricevuto dal dipendente pubblico corrotto.
Falso in bilancio - Sul falso in bilancio, per esempio, la mediazione ha portato il ministro Orlando a rendere meno aspre le pene per le società non quotate. Andranno da 1 a 5 anni. Non sarà dunque possibile utilizzare intercettazioni. Il reato, di pericolo, sarà perseguibile però d'ufficio, non più a querela di parte. Per le società quotate le pene andranno da un minimo di 3 ad un massimo di 8 anni. Per le piccole imprese si andrà da un minimo di 6 mesi ad un massimo di 3 anni.
Reati di mafia - Dove la mano dello Stato si fa più pesante sono i reati di mafia. Aumentano infatti le pene per il 416 bis e la corruzione. Per chi fa parte di una associazione mafiosa formata da 3 o più persone viene prevista la reclusione da 10 a 15 anni ( attualmente va dai 7 ai 12). Le pene crescono per i promotori e gli organizzatori che dirigono l'associazione. Da 12 a 18 anni di reclusione previsti nel Ddl, mentre ora si va dai 9 ai 14.
Anac - Aumentano anche il peso dell'Anac, l'autorità nazionale anti corruzione. Dopo l'approvazione del Ddl, i magistrati inquirenti saranno tenuti per legge ad avvisare per legge il presidente dell'authority. Quando esistono controversie sull'affidamento dei lavori pubblici, e nel momento in cui esercitano l'azione penale con una richiesta di rinvio a giudizio. L'autorità potrà poi intervenire anche sui contratti d'appalto segretati.
Pubblica amministrazione - Novità anche per quanto riguarda la corruzione nella pubblica amministrazione. Condizione preventiva per poter richiedere un patteggiamento, sarà la restituzione integrale del prezzo o del profitto del reato corruttivo. Questo varrà per alcuni dei principali reati contro lo Stato.
Nello stesso solco, la norma sulla condizionale. Per ottenere la sospensione della pena, bisognerà aver provveduto al risarcimento della pubblica amministrazione, alla quale dovrà essere restituito quanto ricevuto dal dipendente pubblico corrotto.