Il premier interviene via Twitter all'indomani delle accuse mosse nei suoi confronti dalla minoranza Pd, che lo ha definito "un arrogante". E in un'intervista a Repubblica esclude che dopo il passo indietro di Lupi ora tocchi ai sottosegretari indagati
Con primarie e europee ci hanno chiesto di rimettere in moto l'Italia. Lo facciamo pensando agli italiani,non alle correnti. Buona domenica
— Matteo Renzi (@matteorenzi) 22 Marzo 2015
E in un'intervistato a Repubblica (LA RASSEGNA STAMPA) su D'Alema aggiunge: "Ha utilizzato un lessico che non mi appartiene. Espressioni che stanno bene in bocca a una vecchia gloria del wrestling, più che a un ex primo ministro".
"Le dimissioni non si danno per un avviso di garanzia" Il premier, nell'intervista, torna poi sulle dimissioni di Maurizio Lupi escludendo che tocchi ora ai sottosegretari indagati lasciare l'incarico. "Ho sempre detto che non ci si dimette per un avviso di garanzia". "Per me un cittadino è innocente finché la sentenza non passa in giudicato. Del resto, è scritto nella Costituzione. Quindi perché dovrebbe dimettersi un politico indagato? Le condanne si fanno nei tribunali, non sui giornali". Renzi respinge le accuse di 'doppiopesismo' tra Lupi (che non è indagato ma il cui nome insieme a quello del figlio è comparso nelle carte dell'inchiesta della procura di Firenze sulle Grandi Opere) e i sottosegretari: "Ho chiesto le dimissioni a Orsoni quando, patteggiando, si è dichiarato colpevole. Ho commissariato per motivi di opportunità politica il Pd di Roma nonostante il segretario locale fosse estraneo alle indagini. A suo tempo avevo auspicato il passo indietro della Cancellieri sempre con una motivazione strettamente politica. Altro che due pesi e due misure: le dimissioni si danno per una motivazione politica o morale, non per un avviso di garanzia". Quanto a De Luca, continua Renzi, "lui ha fatto una scelta diversa, considera giusto chiedere il voto agli elettori e si sente forte del risultato delle primarie".
"Lupi? Ha fatto una valutazione saggia" - Renzi torna poi sulla decisione di Lupi: "Ha fatto una valutazione giusta e saggia secondo me. Una scelta personale e molto degna". L'ipotesi di un altro dirigente Ncd alle Infrastrutture? "Il ministro che verrà non è importante in una logica interna di partiti, ma sarà decisivo per far ripartire l'Italia. Vogliamo uno bravo, il colore della tessera non ci interessa".
Il premier esclude poi cambiamenti sulla legge Severino: "La modifica della Severino non è all'ordine del giorno, non è un tema in discussione".
Poi riflette anche su Incalza: "Indipendentemente dalle indagini, -sottolinea Renzi - un eccesso di permanenza al potere negli stessi posti non è mai positivo".