Libia, Renzi: "Siamo in grado di intervenire"

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"Conosciamo come stanno le cose a Tripoli, voglio dare segnale di tranquillità all'Italia" dice il premier. E aggiunge: "I terroristi non arrivano coi barconi". Poi, parla di Landini: "Ha perso la battaglia sindacale, vuol giocare battaglia politica"

"L'Italia ha un servizio di intelligence che non è come la Cia ma in Libia siamo i numeri uno. Noi conosciamo come stanno le cose in Libia, voglio dare segnale di tranquillità all' Italia. Conosciamo come stanno le cose e siamo in grado di intervenire" nel Paese. Il presidente del Consiglio Matteo Renzi a In mezz'ora affronta il tema caldo della politica internazionale: il nodo di Tripoli e l'avanzata dell'Isis. "L'Isis in Libia -  aggiunge - non è così potente come vuol farci credere". (FOTOVIDEO - REPORTAGE - TIMELINE)

Renzi: i terroristi non arrivano con le zattere - Quanto poi alla minaccia jihadista, il premier, come affermato durante l'evento Pd "La scuola che cambia", ribadisce che "i terroristi non usano le zattere e in più sono cresciuti nelle scuole, sono cittadini europei, e nella scuola non hanno trovato il confronto". VIDEO

"La minaccia terroristica non viene da chi arriva con i barconi, semmai sfrutta per fare soldi l'invio di barconi", aggiunge. "Il contrabbando di stupefacenti e tanti tipi di reati sono gestiti da criminali in rapporto con le fazioni più estremiste. Dobbiamo intervenire anche su questo perché la minaccia potenziale è forte. Ma comunque siamo pronti". Poi assicura: gli sbarchi di migranti connessi con la crisi libica non saranno mezzo milione: "Interverremo prima".

A marzo da Putin - Renzi annuncia inoltre altre iniziative sul piano diplomatico, come il viaggio che a inizio marzo lo porterà a Mosca da Putin. "E' un tentativo, l'importante è far passare il messaggio che nella partita della Libia l'Onu deve giocare un ruolo e siccome la Russia è membro permanente... L'altra volta - rileva - l'intervento fu molto improvvisato e ora si pagano le conseguenze. Fu giusto cacciare Gheddafi, ma è in corso una battaglia sul futuro del nostro mondo", conclude ricordando che "Al Sisi è baluardo nel Mediterraneo". Ovviamente, precisa, la Russia "deve uscire dall'Ucraina, perché non é accettabile" (lo speciale sulla crisi).

Landini, Jobs act e rai- Nel corso dell'intervista, rilasciata dopo la presentazione del cammino di riforme sul tema scuola organizzato in occasione di un anno di governo Renzi (anniversario ampiamente criticato da Grillo sul suo blog), il presidente del Consiglio torna sulle polemiche interne. Risponde alle critiche rivolte al Jobs Act da Laura Boldrini: "E' un problema suo, non nostro. Noi mandiamo avanti il programma di governo su cui abbiamo chiesto la fiducia e come dobbiamo fare. La Boldrini è la presidente della Camera - aggiunge - è l'arbitro dei giochi parlamentari e la lascio fuori dalla discussione". Parla poi del segretario della Fiom, Maurizio Landini, e dell'ipotesi di una sua discesa in campo (come riportano i giornali): "Non è Landini che lascia il sindacato ma
il sindacato che ha lasciato Landini. Avendo perso la battaglia sindacale, vuol giocare battaglia politica. Ma lo rispetto" afferma. Infine, parla della Rai: "Non può essere disciplinata da una legge che si chiama Gasparri". Commento al quale risponde prontamente su Twitter il diretto interessato: "E' un vero imbecille" scrive il vicepresidente del Senato.

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