Lasciano il partito il ministro Giannini, il viceministro Calenda, i senatori Ichino, Lanzillotta, Susta, Maran e le deputate Borletti Buitoni e Tinagli: "Apprezziamo invito a partecipare al cambiamento dell’Italia". Il premier: "Faccio accordi con tutti"
“Abbiamo apprezzato - scrivono in una nota gli otto transfughi - l'invito di Renzi a un cammino e alla ricerca di un approdo comune che sia utile al cambiamento dell'Italia, obiettivo per il quale è urgente accelerare l'attuazione dell'agenda riformista".
Renzi a Fi: “Abbiamo numeri senza di voi” - Gongola il premier e segretario del Pd Matteo Renzi che, dopo la rottura con Forza Italia, ritrova i numeri per governare e lo sottolinea nella enews inviata proprio venerdì 6 febbraio, dove non manca di pungolare il partito di Silvio Berlusconi: “Ho sempre detto che voglio fare accordi con tutti e che non ci facciamo ricattare da nessuno. Perché - spiega Renzi - i numeri ci sono anche senza di loro. Spero che dentro Forza Italia prevalgano il buon senso e la ragionevolezza. Se ciò non dovesse accadere noi continueremo a rispettare Berlusconi e il suo partito come rispettiamo tutti i partiti che ottengono i voti dei nostri concittadini: il nostro obiettivo non è parlar male dei nostri avversari, ma lavorare bene per l'Italia".
Sparisce gruppo Sc al Senato - Tornando a Scelta Civica, con l’uscita dei 4 senatori praticamente il gruppo si scioglie a Palazzo Madama, dove rimangono solo il senatore a vita Monti e il sottosegretario agli Esteri, Benedetto Della Vedova, e scende a 23 deputati a Montecitorio. "Bentornati a casa ai cinque senatori di Scelta Civica, il Pd è in naturale punto di riferimento di tutti i riformisti", ha commentato il senatore renziano del Pd, Andrea Marcucci.
Pietro Ichino, Stefania Giannini, Linda Lanzillotta, Alessandro Maran, Gianluca Susta, benevenuti nel gruppo dei @SenatoriPD #SceltaCivica
— Andrea Marcucci (@AndreaMarcucci) 6 Febbraio 2015
Pd, altri transfughi in arrivo? - Ma i cambi di casacca pro-Renzi potrebbero non finire qui. Sullo slancio della vittoria su Forza Italia nella partita del Quirinale, il premier si potrebbe rafforzare ancora in Senato con nuove scissioni tra le fila dell'opposizione, affrancandosi dai voti di Fi sulle riforme.