A una settimana dall'inizio delle votazioni per il successore di Napolitano sembrano favorite le figure istituzionali. Ma Pd e Forza Italia si trovano a fare i conti anche con il loro dissenso interno. Anna Finocchiaro in forte risalita. LO SPECIALE
Si affilano le armi. A questo punto il gioco si fa serio. E non si tratta di un ossimoro. La partita dell'Italicum, con il carico di tensioni che si è portata dietro, ha lasciato il segno. Nel Pd innanzitutto: dalla fronda interna guidata da Gotor che ha votato in dissenso dal gruppo fino alla minoranza tutta, poi riunitasi per una prova anche muscolare e numerica. 140 messaggi al premier, per dirgli che la corsa al Colle passa anche da loro. Pd, ma anche Centrodestra, Forza Italia. Gli azzurri pure registrano differenziazioni e voti in dissenso. In misura minore rispetto ai Dem, ma voci al pari agguerrite. Capeggiate da Fitto e dai suoi circa 40 parlamentari. Ma Berlusconi, oltre al colpo politico di aver messo sotto protezione - si fa per dire - la maggioranza renziana, registra anche il riavvicinamento - innanzitutto in ottica Quirinale - con Alfano e l'Udc. 80 parlamentari circa da sommare ai suoi 140.
Lega e M5S - La Lega certo per ora balla da sola, così come i 5 Stelle che, congelate le quirinarie, in attesa che vengano fatti i nomi del e dal Pd, come ha chiesto Grillo, attendono gli eventi.
Senato crocevia - Insomma se il Senato e il voto sull'Italicum appare in questi giorni il crocevia della politica, il test per i partiti nella partita del Colle, proprio l'elezione del prossimo Capo dello Stato sarà il crocevia per i nuovi assetti, per le sorti del Governo, per il futuro della legislatura e, chissà, per le future alleanze in chiave elettorale.
I centristi - Al centro non mancano le grandi manovre. Con gli ex Montiani che si sono dati un coordinamento unitario, pronti a vedere Area popolare, gli Ncd e gli Udc. In tutto 50 più 80 grandi elettori.
Chi sale e chi scende - In prima fila una griglia che sa di gran premio di Formula 1 con la gara tutta da giocare. Quindi, al momento sembrano esserci due figure istituzionali (o costituzionali): il cattolico Mattarella e l'ex premier Amato. Stabile il primo, in salita il secondo. Con il primo che pescherebbe nel centrosinistra, al centro e anche nel centrodestra. Il secondo partirebbe soprattutto dai voti degli azzurri per allargarsi al centro e - chissà - a quanti del Pd.
Finocchiaro e Veltroni - Con loro, terzo incomodo, l'ex capogruppo Pd Anna Finocchiaro in forte risalita. Donna delle istituzioni compatterebbe i Dem e, forse, non dispiacerebbe al centrodestra.
In ascesa anche l'ex presidente della Camera Casini subito davanti a Prodi: rispetterebbero il clichè dell'alternanza con i laici al Quirinale. E avrebbero entrambi uno standing istituzionale.
C'è poi Walter Veltroni. Da tempo si è chiamato fuori dalla politica attiva ma non dalla passione per la politica. Una visione la sua mai troppo partigiana e quella del garante si sa è una caratteristica essenziale.
Gli outsider - A seguire il sindaco di Torino Fassino. Stabili le quotazioni di Pierluigi Castagnetti e dell'ex ministro Paola Severino. Così come quelle dei ministri in carica, Delrio, Franceschini E Pinotti. con Gentiloni in leggera crescita.
Politici - Tra i politici invece tiene quota - nelle ultime ore - l'ex segretario pd Bersani. D'Alema però resta in corsa.
Carta istituzionale - C'è infine la carta istituzionale. A partire dal presidente supplente Grasso con tanti voti a disposizione. Per passare all'ex premier Monti.
Lega e M5S - La Lega certo per ora balla da sola, così come i 5 Stelle che, congelate le quirinarie, in attesa che vengano fatti i nomi del e dal Pd, come ha chiesto Grillo, attendono gli eventi.
Senato crocevia - Insomma se il Senato e il voto sull'Italicum appare in questi giorni il crocevia della politica, il test per i partiti nella partita del Colle, proprio l'elezione del prossimo Capo dello Stato sarà il crocevia per i nuovi assetti, per le sorti del Governo, per il futuro della legislatura e, chissà, per le future alleanze in chiave elettorale.
I centristi - Al centro non mancano le grandi manovre. Con gli ex Montiani che si sono dati un coordinamento unitario, pronti a vedere Area popolare, gli Ncd e gli Udc. In tutto 50 più 80 grandi elettori.
Chi sale e chi scende - In prima fila una griglia che sa di gran premio di Formula 1 con la gara tutta da giocare. Quindi, al momento sembrano esserci due figure istituzionali (o costituzionali): il cattolico Mattarella e l'ex premier Amato. Stabile il primo, in salita il secondo. Con il primo che pescherebbe nel centrosinistra, al centro e anche nel centrodestra. Il secondo partirebbe soprattutto dai voti degli azzurri per allargarsi al centro e - chissà - a quanti del Pd.
Finocchiaro e Veltroni - Con loro, terzo incomodo, l'ex capogruppo Pd Anna Finocchiaro in forte risalita. Donna delle istituzioni compatterebbe i Dem e, forse, non dispiacerebbe al centrodestra.
In ascesa anche l'ex presidente della Camera Casini subito davanti a Prodi: rispetterebbero il clichè dell'alternanza con i laici al Quirinale. E avrebbero entrambi uno standing istituzionale.
C'è poi Walter Veltroni. Da tempo si è chiamato fuori dalla politica attiva ma non dalla passione per la politica. Una visione la sua mai troppo partigiana e quella del garante si sa è una caratteristica essenziale.
Gli outsider - A seguire il sindaco di Torino Fassino. Stabili le quotazioni di Pierluigi Castagnetti e dell'ex ministro Paola Severino. Così come quelle dei ministri in carica, Delrio, Franceschini E Pinotti. con Gentiloni in leggera crescita.
Politici - Tra i politici invece tiene quota - nelle ultime ore - l'ex segretario pd Bersani. D'Alema però resta in corsa.
Carta istituzionale - C'è infine la carta istituzionale. A partire dal presidente supplente Grasso con tanti voti a disposizione. Per passare all'ex premier Monti.