A meno di dieci giorni dalla prima votazione in cima alla griglia restano Mattarella, Prodi e i democratici Veltroni, Fassino e Finocchiaro. Ma la corsa al Colle si arricchisce di nuovi nomi. E il borsino di sali e scendi è tutto da scoprire. LO SPECIALE
Meno di dieci giorni. E la corsa, quella con la C maiuscola, si arricchisce di nuove entrate e di un borsino in sali scendi tutto da scoprire. La rosa si restringe. Quella dei nomi, dei cosiddetti quirinabili, coloro che, salvo sorprese sempre dietro l'angolo, possono davvero ambire al Colle, tra numeri, statura istituzionale, condivisione politica e, perché no, placet internazionale, che seppur ufficialmente negato ha sempre il suo peso.
Le difficoltà nel Pd - Certo le incognite non mancano. A partire dalle ultime tensioni interne soprattutto al Pd. Dal caso Cofferati al voto sull'Italicum, con la minoranza (che poi in Parlamento tanto minoranza non è) in pieno fermento. I Bersaniani di area riformista, sinistra democratica, Dalemiani e Civatiani affilano le armi. Sul tavolo lo scontro è sulla legge elettorale ma sullo sfondo c'è proprio il Colle.
Le tensioni in Forza Italia - C'è poi il confronto serrato in Forza Italia. Sul piatto oltre 140 voti cui si aggiungerebbero - dopo il riavvicinamento con Alfano - un'altra settantina di grandi elettori almeno di Area popolare (NCD-UDC). Un pacchetto consistente, che conterebbe poi altri gruppi minori come GAL ma su cui pesano le frizioni con gli uomini di Fitto, da tempo non in linea con Berlusconi.
M5S e Sel - Tutte questioni che rischiano di complicare ancor di più le trattative. C'è infine l'atteggiamento dei 5 Stelle che, se dovessero coalizzarsi con Sel, e - chissà- con altri, potrebbero mettere in difficoltà (con più di 170 parlamentari) gli stessi Democratici magari tirando fuori (e votando) un nome di area e di difficile gestione per il Pd.
Chi sale e chi scende - In cima alla griglia continuano a restare i cattolici Mattarella e Prodi e i democratici - nell'ordine- Veltroni, Fassino e Finocchiaro. Ma nella rosa ristretta sembra essere entrato di gran carriera Giuliano Amato. Da sempre in pista come riserva della Repubblica. I primi due in quotazione stabile con il Professore, forse, in leggera discesa. Hanno buoni numeri (il primo prenderebbe più al centro e nel centrodestra, il secondo più a sinistra), rispetterebbero il cliché dell'alternanza con i laici al Quirinale e avrebbero uno standing istituzionale. I Dem avrebbero il vento in poppa del partito e i suoi grandi numeri, ma sembrano -per ora- non sfondare nel centrodestra.
In ascesa - Tra i cattolici resta sullo sfondo Pierluigi Castagnetti. Stabili poi le quotazioni dell'ex ministro Paola Severino. Donna di governo e di esperienza. Avrebbe l'ok del centrodestra.
Ministri - Sulla stessa linea i ministri in carica. Delrio in testa, Franceschini, Gentiloni e Pinotti a seguire.
Politici - Tra i politici invece in risalita - soprattutto nelle ultime ore - nomi come Bersani e Casini. E D'Alema. Comunque non da escludere nella gara.
Tecnici - In calo i tecnici: dal governatore di Bankitalia Visco al ministro Padoan, a Sabino Cassese.
Carta istituzionale – C’è infine la carta istituzionale. A partire dal presidente supplente Grasso, con tanti voti a disposizione. Per passare all'ex premier Monti, anche lui - secondo i rumors di palazzo- in risalita.
Le difficoltà nel Pd - Certo le incognite non mancano. A partire dalle ultime tensioni interne soprattutto al Pd. Dal caso Cofferati al voto sull'Italicum, con la minoranza (che poi in Parlamento tanto minoranza non è) in pieno fermento. I Bersaniani di area riformista, sinistra democratica, Dalemiani e Civatiani affilano le armi. Sul tavolo lo scontro è sulla legge elettorale ma sullo sfondo c'è proprio il Colle.
Le tensioni in Forza Italia - C'è poi il confronto serrato in Forza Italia. Sul piatto oltre 140 voti cui si aggiungerebbero - dopo il riavvicinamento con Alfano - un'altra settantina di grandi elettori almeno di Area popolare (NCD-UDC). Un pacchetto consistente, che conterebbe poi altri gruppi minori come GAL ma su cui pesano le frizioni con gli uomini di Fitto, da tempo non in linea con Berlusconi.
M5S e Sel - Tutte questioni che rischiano di complicare ancor di più le trattative. C'è infine l'atteggiamento dei 5 Stelle che, se dovessero coalizzarsi con Sel, e - chissà- con altri, potrebbero mettere in difficoltà (con più di 170 parlamentari) gli stessi Democratici magari tirando fuori (e votando) un nome di area e di difficile gestione per il Pd.
Chi sale e chi scende - In cima alla griglia continuano a restare i cattolici Mattarella e Prodi e i democratici - nell'ordine- Veltroni, Fassino e Finocchiaro. Ma nella rosa ristretta sembra essere entrato di gran carriera Giuliano Amato. Da sempre in pista come riserva della Repubblica. I primi due in quotazione stabile con il Professore, forse, in leggera discesa. Hanno buoni numeri (il primo prenderebbe più al centro e nel centrodestra, il secondo più a sinistra), rispetterebbero il cliché dell'alternanza con i laici al Quirinale e avrebbero uno standing istituzionale. I Dem avrebbero il vento in poppa del partito e i suoi grandi numeri, ma sembrano -per ora- non sfondare nel centrodestra.
In ascesa - Tra i cattolici resta sullo sfondo Pierluigi Castagnetti. Stabili poi le quotazioni dell'ex ministro Paola Severino. Donna di governo e di esperienza. Avrebbe l'ok del centrodestra.
Ministri - Sulla stessa linea i ministri in carica. Delrio in testa, Franceschini, Gentiloni e Pinotti a seguire.
Politici - Tra i politici invece in risalita - soprattutto nelle ultime ore - nomi come Bersani e Casini. E D'Alema. Comunque non da escludere nella gara.
Tecnici - In calo i tecnici: dal governatore di Bankitalia Visco al ministro Padoan, a Sabino Cassese.
Carta istituzionale – C’è infine la carta istituzionale. A partire dal presidente supplente Grasso, con tanti voti a disposizione. Per passare all'ex premier Monti, anche lui - secondo i rumors di palazzo- in risalita.