M5S accusa Renzi: "In vacanza col volo di Stato"

Politica

Secondo il deputato 5 Stelle Paolo Romano, martedì 30 dicembre, l'aereo che riportava il premier da Tirana "dirottato su Firenze" ha imbarcato "moglie e figli" del premier per ripartire "alla volta di Aosta". La replica: "Protocolli di sicurezza"

"Renzi e famiglia in vacanza a spese nostre". Duro affondo dei 5 stelle con il premier Matteo Renzi per un uso improprio, sostiene il Movimento, di un volo di Stato che da Tirana (dove era in visita ufficale) lo avrebbe portato prima a Firenze e poi ad Aosta per trascorrere qualche giorno di vacanza. A lanciare per primo l'accusa è stato il deputato pentastellato Paolo Romano che sul suo blog e su Facebook sostiene l'accusa dettagliatamente e condivide anche la schermata del radar della sera del 20 dicembre 2014 come 'prova'.



Tofalo chiede le dimissioni del premier - Secondo la ricostruzione di Romano, l'aereo che riportava il premier dal suo viaggio a Tirana, martedì 30 dicembre, "dirottato su Firenze, imbarca moglie e figli del Presidente del Consiglio e riparte alla volta di Aosta". Sul blog del giovane deputato M5S si rimanda inoltre a 7 file con i piani di voto che interesserebbero il premier.
L’accusa viene subito rilanciata su Facebook da Carlo Sibilia, membro del direttorio M5S, e l'attacco diventa virale sul web. In tanti rilanciano quelle accuse a Renzi e il deputato Angelo Tofalo ne chiede le dimissioni.

Renzi: "Protocolli di sicurezza"
- La replica del premier non si fa però attendere. "Gli spostamenti aerei, dormire in caserma, avere la scorta, abitare a Chigi - scrive su Twitter - non sono scelte ma frutto di protocolli di sicurezza".

"Il presidente del Consiglio - aggiungono fonti vicine al premier - non ha raggiunto Aosta con il volo di Stato con cui si è recato a Tirana,  ma con un Falcon 900, nel pieno rispetto della normativa e dei protocolli di sicurezza che regolano questo tipo di spostamenti. Ciò riguarda anche la famiglia del premier quando si muove con lui, sottoposta agli stessi obblighi di sicurezza e a norma di legge". "Il fatto che il premier sia sottoposto a una serie di misure di sicurezza che lo riguardano - concludono - non è una scelta, ma il rispetto delle norme che regolano il suo ruolo e il suo incarico".

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