Dopo il via libera al Senato, a Montecitorio il voto finale dovrebbe arrivare entro martedì. I tecnici del servizio Bilancio indicano il rischio di una procedura d'infrazione Ue sull'introduzione del bonus Irap per i lavoratori autonomi senza dipendenti
Ultimo passaggio per l'approvazione definitiva della legge di stabilità, approdata in Aula a Montecitorio dopo il via libera della commissione bilancio della Camera che ha licenziato, come prevedibile senza modifiche, il testo. Ora, dopo l'approvazione in Senato, inizia il passaggio in aula che dovrebbe convertire la manovra al più tardi entro martedì mattina. Secondo fonti di Governo non dovrebbe essere posta la questione di fiducia.
Renzi: "Pressione fiscale cala" - Il premier Matteo Renzi, ospite di Che tempo che fa, assicura che "con la legge di stabilità la pressione fiscale non è invariata", ma "è diminuita". E sull'iter al Senato ammette: "Sulla legge di stabilità abbiamo fatto un po' di casini, di cui mi prendo tutta la colpa, ma elogio senatori come il 91enne Zavoli, che si è seduto alle 10 di mattina in Senato e si è alzato la mattina dopo alle 7. Lo so che lo fanno gli italiani, ma quando lo fa il Senato mi piace elogiarlo".
Dubbi dei tecnici di Montecitorio sul bonus Irap - Intanto però il dossier del servizio Bilancio della Camera solleva dei dubbi sull'introduzione del credito d'imposta Irap per i lavoratori autonomi senza dipendenti previsto dal ddl. Secondo i tecnici di Montecitorio infatti la misura potrebbe causare una procedura d'infrazione Ue. "Andrebbe acquisita la valutazione del Governo circa la compatibilità con la normativa europea, al fine di evitare eventuali procedure di infrazione, tenuto conto che il beneficio è limitato a specifiche categorie di contribuenti", si legge nel documento. Il bonus, inoltre, secondo i tecnici, potrebbe "determinare effetti connessi a possibili comportamenti elusivi, lavoro sommerso, adottati al fine di fruire" del credito d'imposta.
Renzi: "Per il Colle serve maggioranza più ampia possibile" - Ma non è solo la legge di stabilità al centro delle parole di Renzi. Il premier assicura anche che "le riforme costituzionali e la nuova legge elettorale saranno approvate entro il 31 gennaio 2015". Il presidente del Consiglio affronta poi il nodo del successore di Napolitano: "Il Quirinale non fa parte del patto del Nazareno, che comprende riforme e legge elettorale, anche perché all'epoca la posizione di Napolitano non era in discussione. Per l'elezione del Presidente della Repubblica "serve la maggioranza più ampia possibile" senza escludere Fi, M5S, Sel, ma nessuno "ha il diritto di veto, neppure il Pd".
Renzi: "Pressione fiscale cala" - Il premier Matteo Renzi, ospite di Che tempo che fa, assicura che "con la legge di stabilità la pressione fiscale non è invariata", ma "è diminuita". E sull'iter al Senato ammette: "Sulla legge di stabilità abbiamo fatto un po' di casini, di cui mi prendo tutta la colpa, ma elogio senatori come il 91enne Zavoli, che si è seduto alle 10 di mattina in Senato e si è alzato la mattina dopo alle 7. Lo so che lo fanno gli italiani, ma quando lo fa il Senato mi piace elogiarlo".
Dubbi dei tecnici di Montecitorio sul bonus Irap - Intanto però il dossier del servizio Bilancio della Camera solleva dei dubbi sull'introduzione del credito d'imposta Irap per i lavoratori autonomi senza dipendenti previsto dal ddl. Secondo i tecnici di Montecitorio infatti la misura potrebbe causare una procedura d'infrazione Ue. "Andrebbe acquisita la valutazione del Governo circa la compatibilità con la normativa europea, al fine di evitare eventuali procedure di infrazione, tenuto conto che il beneficio è limitato a specifiche categorie di contribuenti", si legge nel documento. Il bonus, inoltre, secondo i tecnici, potrebbe "determinare effetti connessi a possibili comportamenti elusivi, lavoro sommerso, adottati al fine di fruire" del credito d'imposta.
Renzi: "Per il Colle serve maggioranza più ampia possibile" - Ma non è solo la legge di stabilità al centro delle parole di Renzi. Il premier assicura anche che "le riforme costituzionali e la nuova legge elettorale saranno approvate entro il 31 gennaio 2015". Il presidente del Consiglio affronta poi il nodo del successore di Napolitano: "Il Quirinale non fa parte del patto del Nazareno, che comprende riforme e legge elettorale, anche perché all'epoca la posizione di Napolitano non era in discussione. Per l'elezione del Presidente della Repubblica "serve la maggioranza più ampia possibile" senza escludere Fi, M5S, Sel, ma nessuno "ha il diritto di veto, neppure il Pd".