Regionali, crolla l'affluenza in Emilia e Calabria

Politica

Calo drastico della partecipazione al voto nelle elezione dei governatori. Ha votato il 37,76% in Emilia (68,13 alle precedenti elezioni), il 44,10% (il 59,26 in precedenza) in Calabria. SPECIALE ELEZIONI -LIVEBLOG

Chiusi i seggi in Emilia Romagna e in Calabria, dove si vota per l'elezione dei nuovi presidenti di Regione, in attesa dei risultati l'attenzione si concentra sul dato dell'affluenza. In calo, soprattutto in Emilia. Qui, ha votato solo il 37,76% (68,13 alle precedenti elezioni), il 44,10 (il 59,26 in precendenza) in Calabria.




L'ombra dell'astensionismo - Alle urne sono chiamati 5,5 milioni di elettori: quasi 3 milioni e mezzo in Emilia e quasi un milione e 900mila in Calabria. Il timore sin dall'inizio è stato che il vero vincitore potesse essere il partito dell'astensione.
La sfida delle due regioni si è così giocata soprattutto contro la disaffezione verso la politica evidenziata in questo caso dai motivi del voto anticipato dovuto in entrambi i casi - pur dai contorni assai diversi - dalle dimissioni dei governatori (Scopelliti in Calabria e Errani in Emilia) per questioni giudiziarie.

La sfida in Emilia-Romagna - In Emilia-Romagna gli aspiranti presidenti sono Stefano Bonaccini, candidato del Pd appoggiato da Sel; il leghista Alan Fabbri (Fi e Fratelli d'Italia) Giulia Gibertoni (M5s), Alessandro Rondoni (Ncd e Udc), Cristina Quintavalla (Altra Emilia-Romagna) e Maurizio Mazzanti (Liberi cittadini). Cercheranno di prendere il testimone di Vasco Errani (PD), in carica da quasi 15 anni e dimessosi a luglio dopo la condanna in secondo grado per falso ideologico nell'inchiesta Terremerse (GUARDA TUTTI I VIDEO DEL CONFRONTO SU SKY TG24).

Corsa a 5 in Calabria
- In Calabria si contendono il ruolo di presidente della Regione Mario Oliverio (Pd), Nico D'Ascola (Ncd-Udc), Wanda Ferro (Fi-Fdi), Nuccio Cantelmi (M5S), Domenico Gattuso (Tsipras-Rifondazione). Il voto arriva dopo che il governatore uscente, Giuseppe Scopelliti, si è dimesso a marzo in seguito alla condanna in primo grado a sei anni per falso e abuso d'ufficio nella gestione del Comune di Reggio Calabria.

Test per i partiti
- E se il voto regionale non è da considerare un test sul governo, rappresenta in ogni caso una sfida per i partiti e un termometro sul loro stato di salute. Dal risultato emiliano ci si aspetta di vedere se veramente la Lega Nord riuscirà ad accaparrarsi maggiori voti rispetto a Forza Italia e contemporaneamente a superare il M5s.  Test vero, infine, quello per i Cinquestelle di Grillo. L'Emilia, terra che vide esplodere il "fenomeno" pentastellato, appare banco di prova assai arduo viste le divisioni che, ancora una volta, hanno compiuto i primi passi proprio in questa regione.

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