Manovra, Regioni: insostenibile. Renzi: "Tagliate sprechi"

Politica

Scontro sulla legge di stabilità. Sotto accusa le misure che si riverserebbero sulla sanità. Il presidente del Consiglio: "Non prendete in giro gli italiani e fate gli sforzi come le famiglie". Chiamparino: "Parole offensive"

E' scontro aperto tra Matteo Renzi e le Regioni. Tema del contendere la legge di Stabilità varata il 15 ottobre dal governo, al centro di un duro botta e risposta a distanza tra il presidente del Consiglio, impegnato a Milano al vertice Asem, e i governatori, riuniti a Roma per la Conferenza delle Regioni, che bocciano senza mezzi termini la manovra, paventano il rischio di nuove tasse per supplire ai tagli contenuti nella legge di Stabilità, e chiedono un incontro a Renzi (VIDEO).

Lo scontro su Twitter -
Ma proprio mentre il premier interviene da Milano, le Regioni rendono nota tutta la loro contrarietà alle misure previste dal governo e non nascondono le "perplessità" sulla sostenibilità dei tagli, che per i governatori sarebbero "troppo pesanti" mettendo a rischio i servizi. La replica di Renzi è tranchant: "Comincino" a tagliare "dai loro sprechi anziché minacciare di alzare le tasse". Ed è subito scontro.



Chiamparino: "Situazione insostenibile" - E' durissimo il giudizio dei presidente della Conferenza delle Regioni: "La manovra così come si configura è insostenibile", tuona Sergio Chiamparino. Che poi aggiunge: la legge di Stabilità così com'è "incrina il rapporto che dovrebbe essere di lealtà istituzionale e di pari dignità istituzionale tra enti dello Stato. Riteniamo che vi possano essere margini per cercare di rendere le cose sostenibili", ha aggiunto, annunciando la richiesta al governo "di un incontro urgente". Chiamparino precisa che la bocciatura è unanime (VIDEO).

Lo scontro sulle tasse - Il responsabile dell'Economia Pier Carlo Padoan ha ribadito di non poter escludere che le Regioni aumentino le tasse il prossimo anno, anzi per certi versi di ritenerla una mossa auspicabile. Le Regioni controbattono che la pressione fiscale a livello regionale avrebbe gravi effetti recessivi e addirittura paradossali.

Sindacati sul piede di guerra -
Ma i tagli alle regioni (e le mancanze di risorse per il settore pubblico) spingono sul piede di guerra anche i sindacati. Per la Cgil, i tagli alle Regioni si riverseranno sulla Sanità. "Il governo impone tagli per 4 miliardi alle Regioni, e siccome il 75% delle spese regionali riguardano la Sanità i tagli ci saranno, eccome: si calcolano almeno in 2 miliardi", dice il segretario confederale della Cgil, Vera Lamonica, che aggiunge: "La Cgil scende in piazza il 25 ottobre anche per salvare il diritto alla salute".

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