Jobs Act: il governo autorizza la fiducia. Pd diviso

Politica

Tensione tra i dem. Fassina: "Grave errore politico". Cuperlo: "Vediamo su quale testo". Martedì l'esecutivo incontra i sindacati. Renzi: "Chiederò che diano una mano". Camusso: "Pronti a confronto ma anche a conflitto". Resta nodo del Tfr in busta paga

Il Consiglio dei ministri ha autorizzato il governo a porre la fiducia sul Jobs Act, che domani approderà in Aula al Senato.
Una scelta che crea un ulteriore strappo con la minoranza Pd, che avverte: "Ci saranno conseguenze politiche".
E sempre domani, martedì 7 ottobre, si incontreranno governo e sindacati per discutere sulla riforma del lavoro. La convocazione è alle 8. Alle 9 sarà la volta delle associazioni dei datori di Lavoro Confindustria, Rete imprese Italia e Alleanza delle cooperative.
"Io voglio chiedere ai sindacati se son davvero convinti che il problema è di un altro o se sono d'accordo che anche loro devono dare una mano. Vorrei che i sindacati dessero una mano" ha detto il premier Matteo Renzi a Quinta colonna, su Rete 4.
Il segretario della Cgil Susanna Camusso ha ribadito che "il sindacato italiano è sempre pronto al confronto e altrettanto al conflitto per contrastare scelte politiche non condivise".

Fassina contro la fiducia: "Intervenga il Colle"
- Dure le reazioni alla scelta del voto di fiducia all'interno del Pd. "Le conseguenze politiche della fiducia sul jobs act sono molto gravi innanzi tutto per il Parlamento; il governo lo costringe a dargli una delega in bianco, è un problema istituzionale molto grave che merita l'attenzione del Presidente della Repubblica" attacca Stefano Fassina ai microfoni del Gr1 Rai.
Gianni Cuperlo, a Sky TG24, chiarisce: se dovesse essere confermata la fiducia, "dipende su quale testo viene posta, se su quello attuale o se su un emendamento che il governo presenta con correzioni su aspetti non marginali". E di fatti, nelle ultime ore indiscrezioni danno per imminente un maxiemendamento del governo, che dovrebbe venire incontro ad alcune richieste della minoranza dem.



Per Pippo Civati "la fiducia sulla legge delega è già uno strumento che più fiduciario non si può. Una legge delega che tra l'altro è vaga, vaghissima e tutti possono leggervi quello che preferiscono".

Renzi: "Ora guido io, non pretendano di bloccare" - Sulla minoranza del Pd il premier dice: "Non c'è in discussione il Pd ma l'Italia: dobbiamo rimetterla in moto. E allora stiamo ad ascoltare i suggerimenti di tutti ma non mi va che ci sia qualcuno che pretende di bloccare perché da vent'anni siamo nella palude e ora tocca a me guidare. Bisogna che la macchina vada". E ancora: "Sono stato all'opposizione di Bersani nel Partito democratico ma non mi ha mica buttato fuori. Ora la situazione è cambiata, tocca a noi: non dobbiamo assolutamente far fuori nessuno".

Camusso: "Sindacato pronto al confronto, ma  anche al conflitto"
- Camusso oggi è tornata ad attaccare duramente il governo: "Siamo a metà del semestre europeo a guida italiana - dice al vertice dei sindacati Ue - "e non c'è stato ancora accenno di dialogo sociale da parte del presidente del Consiglio. Questa modalità si era vista in Europa una sola volta, con madame Thatcher". E si è augurata che che da parte dell'esecutivo vi sia un cambio di direzione "vero e serio", data la convocazione di domani. Camusso si è inoltre detta preoccupata che il governo voglia "restringere l'azione del sindacato" limitandone i confini alla sola contrattazione aziendale. E sulla durata del confronto atteso per domani con il governo ha scherzato: "Mi viene in mente il titolo di una canzone, un'ora sola ti vorrei".

Alfano: "Tfr in busta paga su base volontaria" - Tra i temi scottanti della riforma, oltre all’articolo 18, il nodo del Trattamento di fine rapporto. "Il Tfr in busta paga è previsto che si farebbe su base volontaria" ha spiegato il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, a margine di una conferenza stampa.



La stessa precisazione era arrivata, ai microfoni di SkyTG24 dal sindaco di Torino e presidente dell'Anci, Piero Fassino (Pd): "Chi lo vorrà utilizzare subito potrà farlo, chi vorrà accumulare la cifra lo potrà fare; questo sdrammatizza la questione".

Grillo: "Come la corazzata Potemkin" - E sul Tfr in busta paga si registra anche il duro attacco di Beppe Grillo che sul suo blog scrive che "è come 'La corazzata Potemkin' di Fantozzi, una cagata pazzesca, una fregatura per lavoratori e imprenditori, con l'unico scopo di incrementare il gettito fiscale e strappare un giorno in più al tracollo del sistema".

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