Il leader M5S: "I lavoratori si sono guadagnati diritti minimi con decenni di lotte, non li cederanno alla massoneria o alle banche". Il premier dagli Usa: "Sindacati contrari? Per me non è un problema". Bersani: su Jobs act sintesi agevole, basta volerla
"L'articolo 18 non si tocca": a scendere in campo per la difesa dello Statuto dei lavoratori è questa volta Beppe Grillo in persona che sul suo blog si interroga sui motivi per i quali dobbiamo mettere mano alla riforma del lavoro. "Perché ce lo chiede l'Europa... ma l'Europa, con rispetto parlando, può andarsene a f…", spiega Grillo.
Un dibattito a distanza, quello sulla riforma del lavoro, che da giorni sta occupando il palcoscenico politico e sociale. Il premier Matteo Renzi, dagli Usa, continua a rispondere agli attacchi. E nelle ultime ore è tornato a ripetere che la riforma del lavoro non è rinviabile. E sul Jobs act è intervenuto ancora l'ex leader dem Pier Luigi Bersani: "Se un segretario vuole trovare una sintesi, come penso dovrebbe, secondo me non solo è possibile, ma anche abbastanza agevole: basta volerlo".
Grillo: "Non cederemo i dirtti minimi" - "Qualcuno ci deve ancora spiegare le ragioni per cui togliere i diritti ai lavoratori come l'abolizione dell'articolo 18 possa far ripartire l'economia. Senza certezze un lavoratore investirà di meno, la banca gli negherà un prestito", osserva Grillo che continua: "I lavoratori si sono guadagnati diritti minimi con decenni di lotte e non li cederanno alla massoneria o alle banche che hanno distrutto intere economie con la bancarotta della finanza del 2008". Vogliono, continua il leader M5S "chiudere i buchi della finanza internazionale con la sottrazione dei diritti sociali. Ma, avverte Grillo, "l'articolo 18 non si tocca".
Renzi: “Riforma è una priorità” - "Il mio impegno è chiaro: realizzare le riforme indipendentemente dalle reazioni. La riforma del mercato del lavoro in Italia è una priorità e se i sindacati sono contro per me questo non è un problema", ha ribadito il premier Matteo Renzi in un'intervista al Wall Street Journal. Il presidente del Consiglio è poi intervenuto anche a Bloomberg spiegando che "compromesso non è una brutta parola ma questo non è il momento del compromesso ma del coraggio". “Rispetto le idee dei sindacati ma in questo caso dobbiamo assolutamente investire" in un nuovo modello di mercato del lavoro che aiuti a stimolare l'occupazione.
Un dibattito a distanza, quello sulla riforma del lavoro, che da giorni sta occupando il palcoscenico politico e sociale. Il premier Matteo Renzi, dagli Usa, continua a rispondere agli attacchi. E nelle ultime ore è tornato a ripetere che la riforma del lavoro non è rinviabile. E sul Jobs act è intervenuto ancora l'ex leader dem Pier Luigi Bersani: "Se un segretario vuole trovare una sintesi, come penso dovrebbe, secondo me non solo è possibile, ma anche abbastanza agevole: basta volerlo".
Grillo: "Non cederemo i dirtti minimi" - "Qualcuno ci deve ancora spiegare le ragioni per cui togliere i diritti ai lavoratori come l'abolizione dell'articolo 18 possa far ripartire l'economia. Senza certezze un lavoratore investirà di meno, la banca gli negherà un prestito", osserva Grillo che continua: "I lavoratori si sono guadagnati diritti minimi con decenni di lotte e non li cederanno alla massoneria o alle banche che hanno distrutto intere economie con la bancarotta della finanza del 2008". Vogliono, continua il leader M5S "chiudere i buchi della finanza internazionale con la sottrazione dei diritti sociali. Ma, avverte Grillo, "l'articolo 18 non si tocca".
Renzi: “Riforma è una priorità” - "Il mio impegno è chiaro: realizzare le riforme indipendentemente dalle reazioni. La riforma del mercato del lavoro in Italia è una priorità e se i sindacati sono contro per me questo non è un problema", ha ribadito il premier Matteo Renzi in un'intervista al Wall Street Journal. Il presidente del Consiglio è poi intervenuto anche a Bloomberg spiegando che "compromesso non è una brutta parola ma questo non è il momento del compromesso ma del coraggio". “Rispetto le idee dei sindacati ma in questo caso dobbiamo assolutamente investire" in un nuovo modello di mercato del lavoro che aiuti a stimolare l'occupazione.