Lavoro, Renzi: pronti a intervenire con decreto. E' polemica

Politica

Il premier, nel discorso sui Mille Giorni, lancia la sfida e dice: "Aboliremo anche l'articolo 18". Landini: "Decreto è da diktat Bce e Ue". Fassina: "Inaccettabile". Ichino a Sky TG24: "Emendamento governo su Jobs act, contratto a tutele crescenti"

Tempi "serrati" per la delega sul lavoro o il governo interverrà con un decreto. Le parole sul lavoro del premier pronunciate durante il discorso per rilanciare il programma dei Mille Giorni prima alla Camera e poi al Senato in una lunga giornata politica (LA CRONACA), terminata con l’annuncio della nuova segreteria del Pd, accendono il dibattito politico. Il premier Matteo Renzi pone l'aut l'aut e preme sull'acceleratore per riformare il mercato e cambiare anche "il diritto" del lavoro. La tensione sull'articolo 18 sale e i mal di pancia anche all'interno del Pd non mancano, mentre lo 'strappo' con il sindacato si allarga.
Intanto, il governo ha presentato in Commissione al Senato l'emendamento che prevede, tra l'altro, il contratto a tutele crescenti (SCHEDA).
"L'idea è di passare da un sistema che garantisce la sicurezza del lavoratore attraverso un'ingessatura del rapporto di lavoro a un modello a tutele crescenti" spiega Pietro Ichino a Sky TG24 (VIDEO).


"Esprimo piena soddisfazione per il nuovo testo dell'articolo 4 della delega sul lavoro" ha detto il relatore Maurizio Sacconi. "La nuova formulazione prevede un testo unico semplificato sulla disciplina complessiva dei rapporti di lavoro, sostitutivo dello Statuto dei lavoratori con particolare riguardo ai tanto discussi articoli 4, 13 e 18" (VIDEO).



Le parole di Renzi sul lavoro - Basta con "l'apartheid" nel mondo del lavoro, perché "non c'è cosa più iniqua che dividere i cittadini tra quelli di serie A e quelli di serie B". Bisogna semplificare le regole e garantire forme di "tutela univoche e identiche. Nel 2015 dobbiamo partire con i nuovi ammortizzatori sociali", ha assicurato Renzi.
Regole che vanno semplificate sul fronte contrattuale ma anche per impedire "diversità nei tribunali. Il tema del reintegro dipende più dalla conformazione geografica che non dalla fattispecie giuridica", afferma il premier, tornando quindi sul tema del reintegro previsto dall'articolo 18 nei casi di licenziamento illegittimo. Verso il cui superamento, come affermato dallo stesso premier nelle scorse settimane, è la "direzione" in cui il governo si muove.

Reazioni - Nuove critiche a Renzi arrivano da Stefano Fassina, che già ieri aveva attaccato via Twitter le parole di Renzi. "Sarebbe inaccettabile - sottolinea in un’intervista a la Repubblica - un intervento per decreto sullo statuto dei lavoratori". "Poi ovviamente c'è il merito: stiamo andando in direzione diametralmente opposta rispetto a quella sulla quale si era impegnato Renzi". E sulle pagine della Stampa sottolinea: "Non c'è una lira per gli ammortizzatori sociali. Un livellamento verso il basso".
Per il presidente di Federmeccanica Fabio Storchi, intervistato da Repubblica, "l'articolo 18, come l'insieme delle nostre regole sul mercato del lavoro, non è più ammesso dalla realtà globale in cui le aziende si muovono". E alla domanda se, a suo avviso, la legge delega ponga le condizioni per una ripresa dell'occupazione dice: "Penso che vada nella direzione giusta, la stessa in cui si è mosso il decreto Poletti sui contratti a termine"
Duro il segretario generale della Fiom Maurizio Landini a la Repubblica: "Il governo deve scegliere: sta con gli italiani o si schiera contro di loro accettando i diktat della Bce?".

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