Ennesima votazione andata a vuoto per eleggere i due giudici della Corte Costituzionale. Violante e Bruno non raggiungono il quorum al dodicesimo scrutinio. L’ira del capo dello Stato: "Lo stallo delle Camere pone gravi interrogativi"
Nuova fumata nera alle Camere, dove non si è raggiunto il quorum necessario per eleggere i due giudici mancanti della Corte costituzionale e i due componenti laici del Csm. Luciano Violante, sostenuto dal Pd, ha ottenuto 518 voti, conto i 526 di martedì, mentre Donato Bruno, presentato da Forza Italia, si è fermato a 511 (a fronte dei 544 della precedente votazione). Il quorum per venire eletti è a 570 voti. A mancare sarebbero stati i voti della Lega Nord, che punta sul candidato di bandiera Maurizio Paniz.
Il richiamo del Capo dello Stato - Nulla di fatto, quindi, al dodicesimo scrutinio. E questo nonostante il duro monito di Giorgio Napolitano, che ha chiesto ai parlamentari un'assunzione di responsabilità. Nel suo richiamo alle Camere, il Capo dello Stato scrive che "il succedersi senza risultati conclusivi delle votazioni del Parlamento in seduta comune per la elezione dei componenti laici del CSM e dei giudici della Corte Costituzionale destinati a succedere ai due che hanno completato il mandato, solleva gravi interrogativi". Una soluzione non è arrivata neppure nell’incontro a Palazzo Chigi tra Matteo Renzi e Silvio Berlusconi. Anche se, ufficialmente, sul tavolo ci sarebbe stato solamente il tema della legge elettorale.
Napolitano: "Si rifletta sulle conseguenze del protrarsi di questo nulla di fatto" - Napolitano ha voluto ricordare a deputati e senatori che l'esistenza di quorum alti per l'elezione dei componenti di Consulta e Csm "implicano tassativamente convergenze sulle candidature e piena condivisione nell'espressione dei voti tra forze politiche diverse, di maggioranza e di minoranza". Nel caso, però, in cui "da parte di qualunque forza politica, o di singoli suoi rappresentanti in Parlamento, finiscano per prevalere immotivate preclusioni nei confronti di candidature di altre forze politiche o la settaria pretesa di considerare idonei solo i candidati delle propria parte, il meccanismo si paralizza". Il capo dello Stato, quindi, invita a riflettere su "questo aspetto non secondario delle conseguenze del protrarsi di un complessivo nulla di fatto nelle votazioni in corso, che innanzitutto impedisce l'insediamento nel nuovo Csm".
Luigi Vitali si ritira - Intanto, l'azzurro Luigi Vitali, la cui candidatura aveva fatto molto discutere, ha deciso di ritirarsi dalla corsa per diventare nuovo membro del Csm e ora Forza Italia pensa all'avvocato Franco Mugnai per Palazzo dei Marescialli. "Preso atto che non c'è convergenza sul mio nome ho deciso di ritirare la candidatura", spiega Vitali dopo aver incontrato Silvio Berlusconi. "Ero già disponibile nei giorni scorsi. Se non l'ho fatto - precisa - è per lealtà verso il partito".
Nuova votazione giovedì mattina – Una nuova votazione, intanto, si terrà venerdì alle 9.30. Ma è molto probabile, si sostiene nella maggioranza, che a un risultato definitivo si arriverà solo la prossima settimana. Bruno e Violante, al momento, sono confermati, ma c'è già chi lancia ipotesi alternative come quelle di Giovanni Guzzetta (FI) e Stefano Ceccanti (Pd). Mentre il M5S, che ha optato per la scheda bianca, una proposta per la Consulta la lancia ed è quella del costituzionalista Michele Ainis. Ma se si dovesse riuscire ad arrivare davvero a un accordo con Lega e Sel, assicurano i Dem, non sarà necessario cambiare il duo Bruno-Violante perché i voti alla fine "dovrebbero arrivare".
Il richiamo del Capo dello Stato - Nulla di fatto, quindi, al dodicesimo scrutinio. E questo nonostante il duro monito di Giorgio Napolitano, che ha chiesto ai parlamentari un'assunzione di responsabilità. Nel suo richiamo alle Camere, il Capo dello Stato scrive che "il succedersi senza risultati conclusivi delle votazioni del Parlamento in seduta comune per la elezione dei componenti laici del CSM e dei giudici della Corte Costituzionale destinati a succedere ai due che hanno completato il mandato, solleva gravi interrogativi". Una soluzione non è arrivata neppure nell’incontro a Palazzo Chigi tra Matteo Renzi e Silvio Berlusconi. Anche se, ufficialmente, sul tavolo ci sarebbe stato solamente il tema della legge elettorale.
Napolitano: "Si rifletta sulle conseguenze del protrarsi di questo nulla di fatto" - Napolitano ha voluto ricordare a deputati e senatori che l'esistenza di quorum alti per l'elezione dei componenti di Consulta e Csm "implicano tassativamente convergenze sulle candidature e piena condivisione nell'espressione dei voti tra forze politiche diverse, di maggioranza e di minoranza". Nel caso, però, in cui "da parte di qualunque forza politica, o di singoli suoi rappresentanti in Parlamento, finiscano per prevalere immotivate preclusioni nei confronti di candidature di altre forze politiche o la settaria pretesa di considerare idonei solo i candidati delle propria parte, il meccanismo si paralizza". Il capo dello Stato, quindi, invita a riflettere su "questo aspetto non secondario delle conseguenze del protrarsi di un complessivo nulla di fatto nelle votazioni in corso, che innanzitutto impedisce l'insediamento nel nuovo Csm".
Luigi Vitali si ritira - Intanto, l'azzurro Luigi Vitali, la cui candidatura aveva fatto molto discutere, ha deciso di ritirarsi dalla corsa per diventare nuovo membro del Csm e ora Forza Italia pensa all'avvocato Franco Mugnai per Palazzo dei Marescialli. "Preso atto che non c'è convergenza sul mio nome ho deciso di ritirare la candidatura", spiega Vitali dopo aver incontrato Silvio Berlusconi. "Ero già disponibile nei giorni scorsi. Se non l'ho fatto - precisa - è per lealtà verso il partito".
Nuova votazione giovedì mattina – Una nuova votazione, intanto, si terrà venerdì alle 9.30. Ma è molto probabile, si sostiene nella maggioranza, che a un risultato definitivo si arriverà solo la prossima settimana. Bruno e Violante, al momento, sono confermati, ma c'è già chi lancia ipotesi alternative come quelle di Giovanni Guzzetta (FI) e Stefano Ceccanti (Pd). Mentre il M5S, che ha optato per la scheda bianca, una proposta per la Consulta la lancia ed è quella del costituzionalista Michele Ainis. Ma se si dovesse riuscire ad arrivare davvero a un accordo con Lega e Sel, assicurano i Dem, non sarà necessario cambiare il duo Bruno-Violante perché i voti alla fine "dovrebbero arrivare".